Presente, passato e futuro, Giorgio Chiellini si racconta alla Gazzetta dello Sport, ricordando qualche aneddoto del recente passato e facendo una promessa: quando smetterà di giocare a calcio, non farà l’allenatore, “troppo stress” evidenzia il difensore della Juventus e della nazionale italiana. Il calciatore toscano è uno a cui non piace molto apparire, non lo vedrete se non di rado ad appuntamenti mondani, poiché ama trascorrere il tempo libero studiando o dedicandosi alla famiglia e anche al sociale. Un’anomalia rispetto al prototipo del calciatore moderno, che spesso ostenta il proprio status di privilegiato. Quando appenderà le scarpette al chiodo, rimarrà quasi certamente nel calcio: la Juventus ha pronta per lui una poltrona in dirigenza, mentre il ruolo di allenatore proprio non gli si addice.
“Oggi che ho 30 anni ci penso anche più di quando ne avevo 19: quanto mi sarebbe piaciuto fare il chirurgo come babbo. Ma quando smetterò di giocare sarà tardi per fare il medico e diventerà naturale restare nel calcio, che è comunque la mia vita. Fare l’allenatore? No. Troppo stress, troppe città da cambiare”.
Quando era ragazzo era affascinato dal Milan e soprattutto dal suo capitano, quel Paolo Maldini al quale si è ispirato e ha cercato di carpire i segreti per diventare un grande difensore a livello mondiale. Come Maldini, anche Chiellini è sempre stato molto eclettico, capace di agire come terzino, ma anche come difensore centrale in una linea a tre o a quattro. Al di là del campo, comunque, il difensore del Milan è stato un esempio anche fuori, anche se al momento di dire addio al calcio, i suoi tifosi lo hanno addirittura contestato:
“Io credo che non si sia idoli solo ‘durante’: è importante essere idoli soprattutto “dopo”, quando tutto finisce – continua – Il passo finale con quei fischi dei suoi tifosi è stato un brutto spettacolo eppure lui è stato bello anche quel giorno, a testa alta, come quando giocava. E come ha camminato pure dopo: in disparte, senza polemiche, senza voler apparire per forza, senza ‘vendersi’ a nessuno per avere un ruolo. Ecco, non so come sarà il mio addio al calcio, ma spero sia pulito come il suo”.
Oggi alla Juventus il suo più grande amico è Simone Pepe, con il quale ha condiviso in tanti anni gioie e dolori. Il centrocampista romano è uno dei trascinatori del gruppo, colui il quale tiene alto l’umore anche quando le cose vanno meno bene. Chiellini non è da meno e non perde occasione per prenderlo in giro:
“Siamo grandi amici, ma spesso lo insulto: Ti sei fatto un altro tatuaggio: dai, ma che senso ha? A 70 anni pensi che sarai un bello spettacolo?”.
L’avversario più difficile da marcare? Non è una novità, si tratta di Zlatan Ibrahimovic, con il quale Chiellini ha giocato assieme nel campionato 2005-2006. Celeberrimi alcuni duelli tra questi due colossi, che in campo se le sono date spesso di santa ragione, ma poi alla fine della gara… massimo rispetto:
“Ibrahimovic? L’avversario numero uno – ricorda Chiellini – , nessuno sposta gli equilibri come lui. In campo ci siamo dati e detti di tutto: presi a calci, sgomitati, anche minacciati”.
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