Lunga intervista della Gazzetta dello Sport a Christian Vieri, ex bomber di Juventus, Inter, Milan e Atletico Madrid. Partendo proprio dalla sua carriera in nerazzurro:
“E’ davvero un peccato che i rapporti siano finiti in un determinato modo. Amavo l’Inter, ho dato tutto, mi sono ammazzato per la maglia nerazzurra, ogni giorno. Agli allenamenti ero il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarmene. Non mi sono mai tirato indietro e a volte ho giocato nonostante non stessi in piedi. Però, mi dicevano: vai in campo, resta lì davanti anche fermo, che per noi va bene così. E io accettavo, perché ci tenevo davvero, anche a costo di fare figure di merda. Sì, scriva così. Il mio rapporto con Moratti era speciale, forte, decisamente forte. Ci sentivamo parecchie volte durante il giorno, anche alle tre del mattino, ci confrontavamo su ogni cosa. Mi faceva sentire uno di famiglia. Insomma, stavo bene professionalmente e umanamente. E davo ogni mia energia per la squadra. Capite bene la terribile delusione nel momento in cui è emerso che mi pedinavano e addirittura intercettavano. Cavolo, queste cose si fanno solo con i mafiosi“.
Le migliori foto di Bobo Vieri
Diversi i rapporti con Juventus e Milan, sicuramente più distesi:
“Sento spesso Andrea Agnelli, grande dirigente. Da quando ha preso in mano la situazione, la Juve è tornata ai massimi livelli, sia in Italia sia oltre confine. Il Milan? Lì mi trattano come se avessi giocato con loro per un decennio, e li ringrazio. In particolare Alessandro Spagnolo, Mauro Tavola e Flavio Farè”.
Ancora Inter, ancora Moratti:
“Se avevo capito che le cose stavano cambiando? Diciamo che dopo l’arrivo di Adriano, le telefonate con il presidente si sono diradate. Ma io so come vanno le cose, in particolare nel calcio. Bastava parlarci direttamente e non avrei avuto problemi ad andarmene in buoni rapporti. C’era aria di rinnovamento e, dopo sei anni, era forse anche normale puntare su altri giocatori. Ma perché non vedercela fra di noi, in amicizia? Perché cercare la rottura in quel modo? Un giorno dissi: presidente, non ti preoccupare, se devo andarmene basta che me lo dici, non ci sono problemi. E lui: No no. L’Inter siamo io e te, le colpe sono sempre nostre per gli altri, le responsabilità ce le prendiamo sempre noi due. Ti voglio al mio fianco. Io allora insisto: davvero presidente, se ci sono problemi… Risposta secca: Va tutto bene! Altro che tutto bene quando poi vieni a scoprire di essere intercettato”.
Aneddoti sulla sua esperienza dolce-amara con l’Inter:
“Nel 2003, in Champions, segnai i due gol qualificazione contro il Valencia. Poi, proprio al Mestalla, mi feci male al ginocchio e addio doppia sfida al Milan. Ancora oggi non perdono Materazzi e Carew: mi caddero addosso e mi ruppero. Incredibile, infortunio assurdo. Eravamo maturi per quella Coppa io stavo benissimo. Potevamo vincerla”.
Vieri – Ronaldo, che coppia
La coppia Vieri – Ronaldo fece sognare il pubblico di fede nerazzurra:
“Ancora oggi mi arrivano su Twitter foto di me e il Fenomeno insieme. Che tempi! Ecco, uno dei grandi rimpianti è non aver giocato più a lungo assieme a Ronaldo. Eravamo i più forti e che attesa c’era intorno a noi. Mi ricordo Inter-Verona, arrivammo allo stadio un’ora e mezza prima, eppure c’erano già 85 mila persone che urlavano il nostro nome. Roba da brividi, impossibile da spiegare. Comunque, di una cosa vado fiero: ho dato davvero ogni energia per quella gente”.
Capitolo Calciopoli: “Juventus e Milan erano più forti. Noi la grande occasione l’avevamo avuta nel 2002”. Oggi il 41enne Vieri vive quasi costantemente a Miami e sta pensando di diventare allenatore: “Presto mi iscriverò al corso qui negli Stati Uniti. Mi sto informando. Se gioco ancora a calcio? Sì, mi diverto con Juve Legends e Milan Glorie”. Il suo vero lavoro, nel frattempo, è in tv, con beIN Sports: “Ho appena rinnovato il contratto per altri tre anni. Sono felice di questa esperienza, il canale è gestito dai padroni del Psg, gente fantastica. Abbiamo in esclusiva la Serie A, la Ligue 1 e la Liga”.
Ultime parole sulla Nazionale di Antonio Conte:
“E’ lui il miglior giovane tecnico d’Europa. Scuola Juve: serio, preparato, carismatico e con una grandissima cultura del lavoro. Mi ricorda Lippi. Purtroppo c’è scarsa qualità. Bisogna ricominciare seriamente a investire nei vivai. Servono tecnici ed educatori adeguati. Ma ne verremo fuori. Cosa dico a quelli che con l’Italia tirano indietro la gamba? Io non li farei nemmeno più entrare a Coverciano. Io uscivo dal campo distrutto dopo i 90′ con la maglia azzurra”.
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