L’Atalanta ha un reparto offensivo tanto forte quanto completo in termini di rosa, e Gasperini riesce a sfruttarla al meglio
44 goal fatti e terzo attacco miglior attacco della Serie A. L’Atalanta è ritornata ad essere quella squadra offensiva capace di segnare 2 reti a partita, ma a rendere questo gruppo uno dei più interessanti degli ultimi anni, sta sicuramente in quel reparto cardine dello scacchiere nerazzurro.
De Ketelaere, Lookman, Scamacca, Miranchuk, El Bilal Touré, Koopmeiners. L’attacco dell’Atalanta è un ristorante stellato dove ti può essere presentata qualsiasi tipologia di portata: varietà e degustazioni differenti l’una dall’altra, dove il risultato di ciò che viene cucinato da chef Gasperini è sempre lo stesso, gusto delizioso e clientela (alias critica, tifosi e società) che non esita a complimentarsi. Prendendo spunto da Anton Ego quando si rivolge a Remi non sapendo cosa ordinare: “Stupiscimi”.
Ademola-CDK-Koop la certezza, CDK-Miranchuk-Koop qualitativamente più pulita e sempre decisiva. C’è bisogno di peso davanti? Ecco Scamacca (anche se deve fare di più) e poi il ritorno di El Bilal Touré che avrà modo di ritagliarsi il suo spazio: tante soluzioni con cui il mister può solo che divertirsi.
Inoltre c’è da sottolineare anche la maturità di Gian Piero Gasperini nella gestione dell’attacco atalantino: da tecnico che pretendeva una rosa giusta dove tutti facevano tutto, ora si ritrova invece a gestire magnificamente più giocatori davanti senza problemi. Situazione che soltanto fino all’anno scorso avrebbe fatto fatica, e neanche l’Atalanta migliore della storia ha mai avuto così scelte (anche diverse tra loro) davanti, e si sta pur sempre parlando di una squadra che lotta per tre competizioni.
Certo, definirlo il miglior attacco della storia atalantina è abbastanza esagerato, ma dall’altra parte le basi offensive attuali, a livello di qualità, sono le stesse che furono messe per creare quel reparto sontuoso che scrisse la storia: un picco che ancora non è stato toccato, e in questi casi non resta che gustarsi il viaggio.
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