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I riferimenti, pur non essendo diretti, si possono intuire dalle ultime manifestazioni di protesta dei tifosi di Lazio, Milan e in parte anche Inter. La Lega Calcio, con un durissimo comunicato, si schiera contro alcune frange di tifoserie. Il governo del calcio lo fa in maniera sicuramente scomposta perché nella lettera si citano anche azioni di boicottaggio delle presenze negli stadi. Si può essere d’accordo o meno nel disertare una partita (uno stadio vuoto non è mai bello da vedere), ma non si può certo impedire ai tifosi di non recarsi allo stadio, a maggior ragione se il dissenso o le forme di protesta rientrano nei canoni della civiltà e della libertà di pensiero. Da qualche settimana due dirigenze in particolare sono prese di mira.

Il Milan, protagonista di una stagione molto deludente e di una gestione societaria criticabile, è sotto l’occhio vigile dei propri tifosi. La lenta decadenza sportiva del Diavolo è uno degli aspetti che ha fatto scattare una pesante contestazione dopo Milan-Parma (2-4): trentacinque ultras milanisti sono stati denunciati a piede libero dalla Digos della Questura di Milano, per le rimostranze nei confronti di Galliani e di alcuni giocatori. I giocatori del Milan guidati da Seedorf e i famosi capi ultras del Milan si sono anche incontrati per discutere della crisi, a testimonianza che i rapporti e una malcelata connivenza tra alcune frange della tifoseria e i club, perdurano.

Incessante, invece, il dissidio tra Lotito e la tifoseria laziale. Iniziato molti anni fa principalmente per questioni di rapporti che si incrinarono tra lui e la curva, proseguito negli ultimi mesi per i risultati insoddisfacenti della squadra e per le decisioni in sede di calciomercato. Se la Coppa Italia vinta ai danni della Roma aveva contribuito a creare un clima di tregua, nel calciomercato estivo e in quello di gennaio il presidente capitolino ci ha messo del suo con la ciliegina sulla torta della cessione di Hernanes all’ultimo giorno. E poi c’è la Roma che viaggia spedita, un fattore che nella capitale influisce sempre, da una parte e dall’altra. I tifosi volevano esporre alcune degli striscioni contenenti domande da rivolgere alla dirigenza durante Lazio-Milan, ma la Questura ha negato l’accesso.

“C’è la sua mano”, dice più di qualcuno. La risposta della Curva Nord laziale è stata decisa: non entrare più all’Olimpico fino al termine della stagione, recita un comunicato diramato ieri. E’ l’estrema decisione per indurre Lotito a cambiare modo di operare, a comprare giocatori forti e in ultimo (ma non in ordine di importanza per i contestatori), a liberare la Lazio. Ma quest’ultimo invito difficilmente sarà accolto perché lui ha sempre dichiarato di non voler mollare il club, rilevato sull’orlo del fallimento “quando era in coma farmacologico”, nonostante dieci anni di rapporti piuttosto travagliati con una parte della tifoseria. Tre trofei conquistati dalla Lazio nella sua gestione, ma una serie di errori nel campo dei rapporti personali e professionali, anche con i giocatori.

Il comunicato della Lega Calcio. Ecco il testo integrale:

“La Lega Nazionale Professionisti Serie A denuncia la gravissima violazione dei diritti delle società sportive ad essa associate, che viene attuata da alcune tifoserie le quali, accampando imprecisati diritti di proprietà “morale”, pongono in essere azioni tese a danneggiare i club, le squadre e i calciatori.

Al grandissimo rispetto che la Lega e le società sportive hanno sempre avuto nei confronti delle tifoserie deve corrispondere analogo rispetto da parte di queste ultime nei confronti dei club e dei loro dirigenti. Da qualche tempo alcune società sono sottoposte ad una vera e propria aggressione, non solo morale, che incide sulla serenità dell’ambiente e sulla capacità di generare risorse da reinvestire negli stessi club: e questo avviene, ad esempio, con azioni di boicottaggio delle presenze negli stadi o con l’esibizione di cori e striscioni al solo fine di provocare sanzioni a danno delle società sportive.

Ancora più grave è il danno di immagine causato da cori orchestrati di insulti ed intimidazioni che, ripresi dalla stampa e dai media, colpiscono l’immagine del nostro calcio, delle società e delle loro città.

La Lega Serie A richiama tutte le componenti del mondo del calcio a operare nel rispetto di civile convivenza, e si impegna ad intervenire attivamente nella difesa del prestigio del calcio nazionale, dei suoi club, dei suoi dirigenti e della parte sana della tifoseria. Invita tutte le società sportive a mobilitarsi nella difesa del loro ruolo come fonte di spettacolo, di sport e di competizione: una realtà che vuole contribuire alla crescita del Paese ed è attenta ai milioni di cittadini, soprattutto i più giovani, che per il calcio continuano a nutrire una sana passione. In questo quadro la Lega invita le Autorità preposte a difendere l’autonomia ed il prestigio dei club sportivi e a contrastare con decisione gli attacchi organizzati che assumano forme degenerate e inaccettabili.

La Lega si dichiara pronta ad intervenire in tutte le occasioni in cui dovessero essere reiterati episodi o comportamenti come quelli accaduti in queste settimane in alcuni stadi. Questo al fine di tutelare, con ogni mezzo e in ogni sede, i diritti primari delle proprie associate che sono impegnate – e investono ingenti risorse – per la realizzazione del massimo campionato nazionale nell’interesse del calcio italiano e dei veri appassionati. Quegli stessi appassionati che, insieme con le società di calcio, oggi subiscono gravi disagi e intimidazioni”.

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ultimo aggiornamento: 28-03-2014