Antonio Conte, commissario tecnico della nazionale italiana, rivela di essere stato vicino a firmare con un importante club inglese. L’ex allenatore della Juventus, ospite del ‘Grand Hotel Chiambretti’, non fa il nome, ma lo lascia chiaramente intendere fornendo più di un indizio: “Mi voleva una squadra inglese forte che ha preso un allenatore moto forte che allenava una nazionale”. Si tratta chiaramente del Manchester United, il glorioso club inglese che dopo la stagione deludente sotto la guida tecnica di David Moyes, ha puntato tutto su Louis Van Gaal, il guru olandese liberatosi l’estate scorsa proprio dalla nazionale ‘orange’. Dopo le indiscrezioni relative al Milan, dunque, spuntano nuovi dettagli in merito ai giorni caldi dell’estate 2014, quando Conte lasciò la panchina della Juve al secondo giorno di ritiro.
Questa sera Conte sarà ospite di Piero Chiambretti durante la trasmissione che andrà in onda su Canale 5, ma dal pomeriggio di oggi circolano alcuni stralci delle parole del ct, trapelate dalla registrazione del ‘Grand Hotel Chiambretti’. Il tecnico leccese ha toccato diversi temi, non da ultimo quella sua smania di lavorare sempre sul campo, cosa che la nazionale gli consente di fare molto poco:
“Lascio la nazionale? No, io vorrei lavorare. Il lavoro sul campo è molto poco, il cruccio che mi porto dentro. Ogni tanto lo esterno quando inizio a scocciare e chiedo gli stage. La Nazionale è una sfida a livello personale, per il fatto di poter diventare allenatore in un posto dove di solito devi selezionare – aggiunge -. La sfida più importante è far diventare questa nazionale una squadra, è il primo modo per raggiungere obiettivi importanti”.
Conte un martello anche in azzurro, dunque: dopo aver riportato in alto la Juventus vincendo tre scudetti consecutivi e due supercoppe, il tecnico vuole riportare l’Italia sul tetto d’Europa durante la prossima rassegna continentale, ma per farlo, evidenzia, occorre lavorare di più di quanto fatto fin qui. Per trasmettere la sua impronta di gioco agli azzurri, occorre trascorre più tempo con i giocatori, come se fosse una comunissima squadra di club.
“C’è sicuramente da lavorare sulla testa dei calciatori – prosegue – , non solo Balotelli, per fargli capire delle cose. Io a volte grido”.
Nei giorni scorsi Antonio Cassano ha dichiarato di aver rifiutato ben quattro volte la Juventus: a Conte la cosa non risulta, tanto da dribblare la domanda con una battuta:
“Se l’hanno chiamato, l’hanno fatto a mia insaputa. È un ottimo giocatore, un grande fantasista, ma abbiamo sempre spostato il nostro interesse su altri obiettivi”.
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