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Coppa Italia, la protesta della Roma: perché i giallorossi giocheranno a Firenze?
Mercoledì prossimo, 16 gennaio 2013, i riflettori dello stadio Artemio Franchi di Firenze dovrebbero accendersi per la disputa del quarto di finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Roma. Il condizionale è però d’obbligo dopo la protesta formale della società giallorossa che secondo la consuetudine avrebbe dovuto giocare in casa; o meglio, secondo il fatto che è testa di serie a differenza dei viola, perché a rigor di regolamento la scelta della Lega Calcio è corretta: “Se due società che disputano le gare interne sul medesimo campo hanno concomitanza di gare nei quarti di finale in casa, la vincente della competizione o, in subordine, la società meglio classificata in campionato al termine della stagione precedente, mantiene il diritto di giocare in casa mentre l’altra subisce l’inversione di campo“.
Il problema nasce dal fatto che per esigenze televisive scompare la contemporaneità delle partite della Lazio (che ha già giocato e vinto ieri) e della Roma, distanziate di ben otto giorni. Franco Baldini ribadisce il concetto:
“Ci siamo rivolti alla Corte di Giustizia Federale alla quale chiediamo di esprimersi sulla corretta interpretazione del regolamento, altrimenti resterebbe il problema di non potersi rivolgere a nessuno in casi come questo, lasciando alla Lega un arbitro difficilmente accettabile in generale, qualora si compiano errori di applicazione dei regolamenti. Ci tengo a ribadire una volta ancora come la posizione della Roma sia sempre la stessa, ovvero battersi per il rispetto delle regole e della loro corretta applicazione. Non contesto né il regolamento di Coppa Italia né le competenze della Lega nel predisporre i calendari, né le esigenze televisive di chi acquista i diritti della competizione, bensì riteniamo di avere fondati dubbi su come gli stessi regolamenti siano stati interpretati”.
Secondo il dirigente romanista la questione è molto semplice:
“L’inversione del campo di gara costituirebbe un’eccezione alla regola principale che sancisce il diritto della Roma di giocare in casa. Questa eccezione è prevista in caso di concomitanza di gara, cito letteralmente il regolamento, e due gare che si giocano a distanza di otto giorni non sono concomitanti”.
Il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, interpellato sulla vicenda non è stato di molte parole, eppure chiaro e deciso: “Su Fiorentina-Roma abbiamo applicato il regolamento“. Intanto la Roma spera: la Corte di Giustizia Federale si riunirà domani 10 gennaio per pronunciarsi in merito.