Le tifoserie di tutta Italia si sono coalizzate contro il ‘palazzo’: “facciamo giocare tutte le partite a porte chiuse” è la minaccia delle curve di Napoli, Milan, Inter e Juventus, che ogni domenica se ne dicono di tutti i colori, ma mai come in questo momento si trovano sulla stessa lunghezza d’onda. Ecco perché, di fronte a questa eventualità, la Figc ha deciso di ammorbidire la propria linea nei confronti dei cori rappresentanti “discriminazione territoriale”. Necessaria una precisazione: la regola non cambia, poiché viene direttamente dall’Uefa, ma ci sarà una maggiore attenzione per la sua applicazione. Innanzitutto, i cori offensivi dovranno essere più limpidamente udibili e le sanzioni riguarderanno solo i settori dai quali partiranno, non coinvolgendo tutto lo stadio. Rivisitata, anche, la recidività, che non sarà ritenuta più così grave.
Si parte, dunque, dall’articolo 14 del Codice di Disciplina delle’Uefa, che comprende quattro specie di discriminazioni, ma non fa alcun riferimento alla territorialità, elemento citato solo nelle norme italiane: pelle, razza, religione e origine etnica, sono i quattro fattori di discriminazione riconosciuti dal governo del calcio europeo. Pertanto, il presidente federale Abete si prenderà la responsabilità di fornire nuove indicazioni al giudice sportivo Tosel, che dovrà ora applicare diversamente la norma e alleggerire le sanzioni.
Per prima cosa, l’offensività dei cori non sarà più demandata alla segnalazione di un solo individuo (arbitro, assistente o commissario federale che sia) e inoltre gli insulti dovranno essere “evidenti ed acclarati”. Subito dopo verranno stabilite le nuove sanzioni, con l’eliminazione della chiusura di un intero stadio legata alla recidività, mentre verranno inasprite le pene nei confronti dei singoli settori della struttura che si renderanno protagonisti negativi di episodi di discriminazione. In cambio, la Figc chiede ai club di venire incontro alla normativa Uefa, impegnandosi ad emarginare quelle frange del tifo maggiormente violente e pericolose. Una richiesta che si fa praticamente da quando esiste il calcio. E fino ad oggi nessuna società è mai riuscita a staccarsi da quei delinquenti che tengono sotto scacco i club facendosi profumatamente foraggiare durante tutto l’anno.
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