Aveva festeggiato con i propri tifosi intonando il coro “Per la patria! (Za dom!)”. Il pubblico non si era fatto pregare rispondendo “Pronti! (Spremni!)”. Lo slogan dei nazisti croati durante la seconda guerra mondiale urlato dal difensore 35enne Josip Simunic non è però passato inosservato alla Fifa che ha deciso di punire severamente il calciatore. Il Ministro dello Sport ha condannato l’episodio e l’associazione dei combattenti antifascisti croati ha chiesto alla Federazione di prendere provvedimenti contro il proprio tesserato. Seri provvedimenti che invece sono stati presi dall’organo calcistico mondiale: dieci giornate di squalifica scontare con la Nazionale e multa di 30.000 franchi svizzeri.

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Addio Brasile 2014 per Simunic. Secondo la Fifa, il comportamento di Simunic è stato “discriminatorio e offensivo della dignità delle persone riguardo a razza, religione e origine”. Nel corso delle 10 giornae di squalifica a Simunic sarà anche bandito l’ingresso nello stadio in cui giocherà la Croazia. La Federazione croata ha già annunciato che presenterà ricorso alla Fifa e, in caso di esito negativo, alla Corte di arbitrato per lo Sport. Dopo l’inchiesta aperta dalla Fifa Simunic non si è ravveduto e probabilmente ha peggiorato le cose con questa giustificazione:

“La gente dovrebbe imparare un po’ di storia. Non ho fatto niente di sbagliato, sto supportando la mia Croazia, la mia patria, se qualcuno ha qualcosa in contrario è un suo problema. Nelle mie parole non c’era niente di politico ma solo il mio amore per la mia gente e il mio Paese. Il pensiero che qualcuno possa associarle a forme di odio o violenza mi terrorizza”.

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