Daniele De Rossi si racconta a Roma tv. Il centrocampista giallorosso, in un’intervista all’emittente romanista, confessa che il suo desiderio sarebbe quello di chiudere la carriera negli Stati Uniti. Prima dello sbarco in America, però, De Rossi vorrebbe vincere lo scudetto con il suo club ed elogia Rudi Garcia. Il 2 marzo Roma e Juventus si affronteranno allo stadio Olimpico nella gara di ritorno della sfida scudetto. La speranza di molti romanisti è di riuscire a portare a casa i tre punti che potrebbero valere moltissimo ai fini della lotta al titolo. “Una partita da tramandare ai posteri”, dice De Rossi. Il tecnico francese sarà il principale artefice del quarto scudetto della Roma, secondo Capitan Futuro:
“Mi piacerebbe concludere la mia carriera in America, è una mia piccola fissazione. Spero di riuscirci, da piccolo sognavo di giocare anche un Boca-River con la maglia del Boca. Insomma, non mi dispiacerebbe concludere la carriera all’estero. Lo scudetto? Se non sarà quest’anno, sarà il prossimo, Garcia porterà la Roma sul tetto d’Italia. Il 2 marzo c’è la Juve e noi dobbiamo pensare che dovrà essere la partita che i nostri tifosi dovranno raccontare ai nipotini, dobbiamo pensare solo a questo. Gli arbitri a volte li mangeresti, ma dobbiamo capire che il loro lavoro è veramente difficile”.
Le foto più belle di Daniele De Rossi
La maglia della Roma diventata una seconda pelle. E’ questo il senso delle parole del ragazzo di Ostia quando racconta come si è solidificato il suo amore per i colori giallorossi. Non voleva staccarsi dal suo quartiere, perché gli affetti e le amicizie che lo legavano alla cittadina del litorale laziale erano troppo importanti:
“Da ragazzino rifiutai per due volte la Roma, perché volevo stare con i miei amici a Ostia. E poi questa cosa, questo attaccamento, si è ripetuto anche nella mia carriera da professionista. Adesso quando mi guardo, vestito in borghese, mi sembra strano non avere lo stemma della Roma addosso. È parte di me. Da piccolo ero innamorato di Voeller, mi ha levato la vita, e poi anche di Giannini, due grandi in una Roma che non era altrettanto grande. Ogni tanto mi sento come Peppe, ha dato veramente il sangue per questa squadra”.
Foto | Sara Felberbaum, fidanzata di De Rossi
Il suo rapporto con Totti vale più di un’amicizia. De Rossi smentisce ancora una volta le presunte illazioni sui dissidi con il numero 10 giallorosso:
“I primi anni lo vedevo da lontano, ero estasiato. Poi l’ho conosciuto, un paio di volte abbiamo litigato per bene perché abbiamo due caratteri diversi, ma è come un fratello per me. L’affetto che mi lega lui è quello più antico, dentro Trigoria ho una famiglia e lui è la persona più importante”.
Il momento più bello e quello più brutto, l’apice della sua carriera e la delusione più grande:
“Il più bello è il Mondiale vinto con l’Italia, sono andato io da Lippi a dirgli che volevo calciare quel rigore, è stata la cosa migliore che avessi mai fatto perché io mi sento italiano tanto quanto mi sento romano. Nel 2010 perdemmo lo scudetto, non accetterò mai quella sconfitta contro la Sampdoria, eravamo molto nervosi, nello spogliatoio alcuni di noi litigarono, non lo dimenticherò mai”.
I rapporti con Capello e Spalletti e un curioso aneddoto sul tecnico toscano:
“Capello era particolarissimo, burbero, poi conoscendolo sapeva darti qualcosa dal punto di vista affettivo. Ogni giovane dovrebbe fare il salto con Capello dalla Primavera alla prima squadra, eviterebbe tanti atteggiamenti di fenomenite che si vedono oggi. Il presidente era Sensi e mi trattava come un figlio, un nipote. Ce l’aveva coi procuratori, mi diceva: “Servono alle “pippe”, tu vieni a parlare solo con me, perché loro mi vogliono rubare i soldi. Spalletti? Lo chiamo poche ore dopo la nascita di Gaia e gli dico che vorrei un giorno in più di riposo per stare con la bambina. Ero convintissimo che mi dicesse di sì. Lui mi risponde: “Auguri, dai un bacio alla bimba e vieni a lavorare. Lo odiavo con tutto me stesso, per quanto bene gli voglio (e lui ne vuole a me) penso a quanto l’ho odiato la prima settimana. Con lui, comunque, ero veramente forte”.
Il rapporto con Sarah Felberbaum, la sua compagna, e la gioia per la nascita della bambina:
“Quando l’ho conosciuta facevo un altro tipo di vita, che all’inizio ti diverti poi… Lei ha dato un senso alla mia vita, anzi, mi ha ridato proprio la vita. Lei ama la mia prima figlia come se fosse sua, non è facile trovare una donna così. Adesso torno a casa la sera e so che ho una famiglia normale, unita, con due bambine stupende. E vedere lei e Gaia, due persone che non hanno lo stesso sangue, amarsi così tanto è qualcosa per cui ringrazierò sempre Sarah”.
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