Il derby di Genova alle 12.30? I tifosi non ci stanno, insorgono uniti genoani e sampdoriani, fanno sentire la propria voce anche le istituzioni locali e spunta addirittura una interrogazione parlamentare; nel capoluogo ligure sono ore di attesa per capire se la stracittadina si giocherà o meno domenica all’ora di pranzo, una collocazione che fin da subito aveva fatto storcere il naso a tutti i cittadini, per due motivi: la presenza contemporanea della Fiera di Sant’Agata negli quartieri San Fruttuoso e Marassi, vicini allo stadio (con ripercussioni per viabilità, commercianti e cittadini stessi), oltre che per un orario che a Genova viene definito poco rispettoso per la tradizione del Derby della Lanterna, un orario che viene visto come atto a favorire solo le televisioni ma non la promozione della partitissima in tutto il mondo. Il presidente della Lega Calcio Mario Beretta aveva sin da subito cercato di spegnere le polemiche:
“Nessuno svilimento della stracittadina di Genova. C’è la volontà di attribuirle una collocazione assolutamente centrale e di prestigio e mostrare a quasi 200 paesi del mondo lo straordinario spettacolo di passione popolare che da sempre accompagna i confronti tra Genoa e Sampdoria. La programmazione dell’anticipo domenicale è sempre più spesso riservata a gare di grande appeal. Non solo la collocazione alle 12.30 non ha mai determinato particolari criticità, ma al contrario ha mostrato un gradimento crescente. Quest’anno le 14 partite disputate alle 12.30 hanno fatto registrare una media di spettatori superiore”.
Tra queste anche il derby di Torino tra granata e Juventus (gol di Pogba e vittoria dei bianconeri), una gara sinceramente da sbadigli e non solo per l’orario in cui è stata giocata (così come nessuno si è lamentato di un Verona-Chievo dopo dodici anni alle 18 del sabato); forti anche della contemporaneità della Fiera di Sant’Agata, però, i genovesi non mollano, coadiuvati questa volta anche dalle istituzioni. Mario Tullo, esponente del Partito Democratico a Montecitorio, ha presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Interno e dello Sport affinché la partita venga spostata a data e orario più consoni al suo blasone:
“Molte polemiche si stanno creando sulla decisione della Lega Calcio di programmare per ragioni televisive il derby genovese tra Genoa e Sampdoria in programma Domenica 2 febbraio alle 12.30. I derby sono partite particolari in cui la componente delle tifoserie assume una centralità dovuta alla rivalità cittadina, e coreografie e tifo sono ancor più parti integranti dello spettacolo, anche per i media. Il derby genovese non si sottrae a questo cliché‚ una partita in cui le tifoserie hanno dato prova di far coniugare la forte rivalità con altrettanta sportività. La scelta, per la prima volta di giocare un derby alle 12.30 potrebbe esser causa di inutili tensioni”.
Se le due società, interpellate sulla vicenda domenica scorsa, avevano fatto sapere di non avere nulla in contrario a giocare nell’anticipo prandiale, i tifosi in settimana sono andati avanti scatenandosi sui forum e sui social network: dalla minaccia di disertare lo stadio a quella di non effettuare coreografie o cori durante il match, con molti gruppi organizzati di ambo gli schieramenti che nel caso la gara dovesse svolgersi regolarmente farebbero delle manifestazioni fuori il Luigi Ferraris nel segno dell’unione contro i poteri dittatoriali delle televisioni e della Lega Calcio. Dunque, con queste premesse, oggi si è tenuta una riunione tra il prefetto vicario di Genova, Paolo D’Attilio, le istituzioni cittadine e le due società, rappresentate dagli amministratori delegati Zarbano per il Grifone e Sagramola per i blucerchiati. Una mezz’ora per darsi appuntamento a domani, venerdì 31 gennaio, per decidere in maniera definitiva e categoria: le sensazioni che trapelano sono quelle di un rinvio a lunedì, ore 20.45 o ore 21.00. Per buona pace di Sky, Mediaset e Beretta.
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