“Quello che volevo dire l’ho detto. Il caso per me è chiuso. Se la Procura federale aprisse una inchiesta sarebbe una assurdità. Vorrebbe dire aggiungere sciocchezze a sciocchezze“. Con queste parole Roberto Donadoni è tornato sulle polemiche post Parma-Napoli, utilizzando quindi toni ben diversi rispetto a quelli di ieri. Come tutti ormai sapranno, dopo il fischio finale si è acceso un parapiglia in campo, con pratagonisti principali Mirante e Higuain. Tutto sarebbe scaturito da un buffetto rifilato dal portiere del Parma al giocatore argentino, che per questo motivo avrebbe reagito in modo scomposto pronunciando – almeno secondo quanto ha riferito poi l’inviato di Sky Sport – questa frase: “Ma cosa vuoi? Voi siete in serie B“.
Una frase che sicuramente non fa onore ad un campione come Higuain, ma che allo stesso tempo si poteva archiviare come un’inopportuna manifestazione di frustrazione da parte di un giocatore nervoso per un risultato deludente. Dopo la partita, però, in ‘zona mista’ si sono presentati i tesserati del Parma che hanno raccontato altro, ovvero di frasi pronunciate da alcuni tesserati del Napoli a fine partita, molto arrabbiati per la prestazione dei parmigiani, considerata “eccessiva” in virtù della loro condizione di falliti e retrocessi.
Donadoni ha ripetuto le stesse accuse ai microfoni di Sky e Mediaset, manifestando amarezza e indignazione: “Sentirsi dire che dovevamo perdere solo perché siamo già in B è una cosa indecorosa e schifosa. Quando lo senti dire da dirigenti è incredibile. Cadere così in basso è una cosa tragica”. Il tecnico non ha fatto nomi e, soprattutto, ha fatto riferimento a parole pronunciate dopo il termine dell’incontro.
Palladino però – che potete riascoltare nel video in cima all’articolo – non si è limitato a parlare del post partita, ma su domanda specifica dei giornalisti ha affermato che anche durante la partita erano stati rivolti insulti ed inviti a non impegnarsi da parte dei giocatori del Napoli:
Cosa è successo a fine partita?
“E’ successo qualcosa di triste, perché sentirsi dire delle frasi ingiuste e scandalose, e secondo me è anche riduttivo chiamarle scandalose, da parte dei colleghi del Napoli e da parte dei dirigenti soprattutto. Sentirsi dire che siamo falliti, che siamo retrocessi e che giochiamo con cattiveria, secondo me è triste. Il calcio non deve andare in questa direzione. Il calcio deve cambiare, non devono succedere queste cose. Credo che sia semplicemente normale giocarsi una partita, normale e soprattutto giusto giocare e onorare questa maglia con professionalità. Forse il Napoli pensava che arrivando qua, noi regalavamo la partita. Noi non regaliamo niente a nessuno, l’abbiamo detto dall’inizio dell’anno e penso che il calcio debba essere questo. Deve cambiare proprio la mentalità”.
Quelle frasi solo alla fine o anche durante la partita? Vi invitavano a non impegnarvi?
“No, verso la fine. Negli ultimi minuti, non è che invitavano a non impegnarci, ci dicevano queste frasi che era sottointeso poi ovviamente che noi potevamo giocare con meno professionalità e con meno cattiveria ecco. Noi ci abbiamo messo davvero il cuore per questi tifosi e questa maglia”.
Solo Higuain o anche altri?
“No, ma tutti. Non riguarda solo Higuain, anche gli altri calciatori. Non voglio fare nomi, però io penso che il segnale debba essere che questo non deve accadere più. Non può essere scontato venire a Parma e il Parma dà una vittoria ad una squadra che si sta giocando la Champions League”.
Il Napoli non ha commentato nulla di tutto questo, imponendo il silenzio stampa ai suoi tesserati fin dal post partita. Solo oggi la società si è fatta sentire con una nota ufficiale quantomeno singolare e fuori tema a giudizio di chi scrive:
In riferimento al match Parma – Napoli, la Società azzurra tiene a precisare che tutte le proteste di fine partita erano rivolte esclusivamente alle continue perdite di tempo. Nessuna di queste proteste riguardava l’impegno del Parma che è stato ovviamente encomiabile.
Stando ad alcune indiscrezioni Higuain avrebbe inviato oggi un sms di scuse ad Antonio Mirante, circostanza che però non ha confermato il portiere parmigiano che avrebbe rapidamente commentato la vicenda – a microfoni spenti – ad alcuni giornalisti di Radio Kiss Kiss Napoli che lo volevano intervistare, annunciando che mercoledì avrebbe convocato una conferenza stampa. Questo virgolettato ufficioso ve lo riportiamo così come l’abbiamo trovato su Sportmediaset:
“Preferisco, in questo momento, non intervenire pubblicamente. Mercoledì prossimo terrò una conferenza stampa nel corso della quale spiegherò cosa è successo al termine della partita con il Napoli e renderò noto il mio punto di vista. Posso confermare di aver ricevuto un messaggio da Gonzalo Higuain, del quale però non voglio rendere noto il contenuto. Lo farò solo mercoledì. Se si tratta di scuse? Ripeto: durante la conferenza stampa dirò tutto. L’unica cose che dico è che queste cose riguardano solo il campo e in campo devono finire”.
La conferenza stampa però a quanto pare non si farà più, almeno stando a quanto filtra dall’ambiente parmigiano. Una scelta curiosa dal momento che Mirante qualcosina da dire su quello che è successo ce l’avrebbe avuta, ma allo stesso tempo in linea con le parole di Donadoni che si augura di veder chiudere subito il caso difronte all’ipotesi di un’indagine da parte della Procura Federale. La volontà insomma è quella di voler ridimensionare l’accaduto, circoscrivendo tutto a qualche scaramuccia dettata dal nervosismo in campo.
Francamente, però, a parere di chi scrive, non si può evitare invece di approfondire. Il Procuratore Federale ha il dovere assoluto di indagare su questa partita al fine di fare completa chiarezza. I fatti qui sono due: o Palladino raccontando delle pressioni e delle lamentazioni degli azzurri a partita in corso ha dichiarato il falso, oppure qui sussistono gli estremi per ipotizzare un tentativo di illecito sportivo a carico dei tesserati del Napoli che hanno tenuto questi comportamenti. Già, perché l’art. 7 comma 1 del codice di giustizia sportiva parla chiarissimo:
Il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica costituisce illecito sportivo.
Ricordiamo in tal senso che è sufficiente il tentativo di voler alterare un risultato e che il riuscirci rappresenta solo un’aggravante prevista dallo stesso articolo. Aggiungiamo inoltre che, nel caso in cui Palladino dovesse ritrattare quanto dichiarato, il Procuratore Generale avrebbe l’obbligo di applicare l’art. 5 del suddetto codice che così recita:
Ai soggetti dell’ordinamento federale è fatto divieto di esprimere pubblicamente giudizi o rilievi lesivi della reputazione di persone, di società o di organismi operanti nell’ambito del CONI, della FIGC, dell’UEFA o della FIFA.
Inutile, almeno in questa fase, citare le pene previste per ambedue le tipologie di condotta. Viene però da chiedersi se davvero tutta questa vicenda verrà cestinata senza alcun approfondimento. Il materiale è pubblico ed è a disposizione del Procuratore Stefano Palazzi, magistrato napoletano che ricopre l’incarico dal 2005, che ci auguriamo si sia già messo a lavoro.
Tutte queste riflessioni naturalmente valgono solo nel caso in cui si abbia realmente a cuore la regolarità dei campionati, altrimenti possiamo fare tutti finta di niente. Ci dimenticheremo delle parole di Palladino e andremo avanti, salvo poi indignarci e stupirci quando si verificherà nuovamente un caso analogo, quando giocatori (o perché no, dirigenti) si sentiranno in diritto di chiedere a loro volta ad un avversario di non impegnarsi, mortificando così la passione di tutti i tifosi che seguono le rispettive squadre del cuore e sono convinti di assistere ancora ad uno spettacolo autentico, ancorato ai valori dello sport. E chissà, magari la prossima volta in campo troveranno giocatori meno professionali rispetto a quelli del Parma, che cederanno alla stessa tipologia di pressioni.
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