Claudio Marchisio va veloce. E soprattutto fa dimenticare al mondo del giornalismo sportivo italiano che è tuttora assente tra le file bianconere un certo Andrea Pirlo. Ma non si ferma qui: il centrocampista torinese fa esattamente ciò che a lui Allegri può chiedere, ovvero di mettere la gamba, di fare il duro, di vincere le “seconde palle”. Un po’ quelli che erano i requisiti, quasi unici, del van Bommel scudettato in rossonero.
Con qualcosa di più, elevato dalla prestazione maiuscola di San Siro nell’1-0 dei bianconeri in casa Milan. E non si tratta del palo in corsa, di sinistro, centrato nel primo tempo. E neppure delle belle scucchiaiate in area per Pogba, Lichtsteiner o Llorente. Per quelle c’è sempre il Maestro, che osserva il Principino dalla tribuna di San Siro.
Il di più si chiama distribuzione, presenza, velocità nel far girare la palla con un’ottima percentuale di precisione: è questo il pezzo in più del 3-5-2 di Allegri, bravo nel seguire anche nel caso di Marchisio un’intuizione che fu del predecessore, cioè schermare a dovere la difesa permettendo così alla Vecchia Signora fin qui di registrare zero gol incassati in campionato dopo le prime tre gare ufficiali.
Marchisio pare ritrovato, migliore in campo al netto della giocata decisiva dei campioni, e soprattutto pare al centro del progetto. Difficilmente vi uscirà, anche perché Allegri sognava proprio lui per il suo Milan dopo la penosa annata generale bianconera nell’anno di Del Neri. E allora con il rientro di Pirlo ci sarà tanto da capire. E tanto da divertirsi.
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