Mirko Valdifiori e Daniele Croce, il bel gioco dell’Empoli – vera e più fulgida rivelazione del nostro campionato – passa dai loro piedi messi a disposizione per la mediana di Sarri; entrambi arrivati tardi sul palcoscenico calcistico principale, tutti e due dediti al lavoro, si stanno consacrando a furia di prestazioni ben oltre la sufficienza, attirando su di loro l’attenzione di club blasonati e ricevendo attestati di stima più che meritati. E va da sé, gli occhi del commissario tecnico della Nazionale sono sovente puntati sul Castellani (Rugani e Tonelli sono altre due rivelazioni non da poco): Croce è una vecchia conoscenza di Antonio Conte che lo schierava da titolare inamovibile ai tempi dell’Arezzo, Valdifiori ha invece ricevuto attestati pubblici dal trainer salentino.

Sia l’uno che l’altro hanno fin qui disputato 23 partite: Valdifiori, nato a Lugo (Romagna) nel 1986, ha una media voto (secondo la Gazzetta) di 6,37 con sei assist decisivi, tre gialli e una espulsione; il collega di reparto Croce, nato invece a Giulianova 33 anni fa e più dedito al lavoro sporco in mezzo al campo, ha la media di 6,26 con un gol all’attivo e quattro ammonizioni. Secondo l’allenatore dei toscani Maurizio Sarri sono due giocatori che in carriera hanno ricevuto meno di quanto meritassero, anche se lo stesso Croce non ne fa un dramma e, anzi, si fa un umile esame di coscienza per essere arrivato al grande calcio solo in età, per così dire, avanzata:

“Non sono un grande incompreso. Se sono arrivato in A a 32 anni non può essere stata solo sfortuna o colpa degli altri. Quando Sarri mi ha chiamato non ho avuto esitazioni. E’ un rapporto di stima reciproca, anche se non mi ha mai fatto un complimento diretto. Ha idee molto chiare e valide. Sa quello che vuole e cerca di ottenerlo in tutti i modi”.

Tanta B tra Pescara e Arezzo, ma anche Taranto e Cesena, per poi scivolare in terza serie con Alessandria e Sorrento; merito appunto di Sarri che lo chiamò all’Empoli nel 2012 e in due anni ha prima sfiorato la promozione quindi l’ha ottenuta l’anno passato. Diversa la storia di Valdifiori che è arrivato in Toscana nel lontano 2008 giocando pressoché sempre da titolare in ben 6 campionati cadetti; prima dell’azzurro aveva vestito da giovanissimo il bianconero del Cesena, quindi Lega Pro con Pavia e Legnano. Dopo tanti sacrifici ora sogna il Milan (Galliani lo ha adocchiato seriamente) e una clamorosa chiamata in Nazionale:

“Eravamo partiti come una candidata alla retrocessione, invece stiamo lottando domenica dopo domenica. Stiamo stupendo in campi difficili come all’Olimpico. E abbiamo messo in difficoltà il Milan. Il nostro fin qui è un percorso importante. Per quanto mi riguarda, invece, dopo anni di sacrifici ho raggiunto finalmente la serie A. E ora voglio tenermela stretta. Galliani? Sentirgli dire che apprezza Valdifiori è motivo d’orgoglio. Ma devo stare concentrato e pensare al campo. Mi sembra tutto un sogno. Anche le prime partite in serie A lo erano. Ma devo rimanere sempre sul pezzo: alla fine io ho fatto venti partite in serie A, devo ancora migliorare. La strada è lunga”.

Soprattutto se i trent’anni si avvicinano e i suoi idoli sono mammasantissima come Veron e Pirlo: la fortuna di Valdifiori, e di Croce, è che giocano nell’Empoli. Squadra seria, ambiente tranquillo, allenatore maestro di calcio. Già, quel Maurizio Sarri che di complimenti non ne fa mai troppi ai suoi ragazzi, ma quando gli chiedono del suo play, allora non riesce a trattenersi:

“Forse è maturato tardi, o forse qualche addetto ai lavori non era stato particolarmente attento. Da quando sono a Empoli ha sempre giocato su questi livelli, credo sia un giocatore sottovalutato. Non ha grandissime qualità dal punto di vista fisico, ma la sua velocità di idee è abbastanza difficile da trovare altrove”.

E Croce non è da meno. Complimenti all’Empoli.

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ultimo aggiornamento: 26-02-2015


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