A pochi mesi dal suo addio al calcio torna a parlare Sir Alex Ferguson, lo fa attraverso un’autobiografia con la quale racconta la sua lunga e fortunata carriera. Sono tanti gli aneddoti offerti dallo scozzese e non potrebbe essere altrimenti, tanti i personaggi citati, tra calciatori che ha avuto la fortuna, non sempre, di allenare e colleghi con i quali ha incrociato la sua strada, spesso avendo la meglio. Alcuni dei passaggi più piccanti sono dedicati al suo ex rivale di Premier League e ora allenatore del Napoli, quel Rafa Benitez che nei suoi anni alla guida del Liverpool ha sempre mostrato chiaramente di non avere in simpatia il manager del Manchester United.
Le parole di Ferguson nei suoi confronti non sono certo tenere, senza troppi giri di parole lo definisce noioso e fortunato, le sue squadre raramente divertono e quando gli è capitato di vincere spesso è stato grazie ad una buona dose di buona sorte. Certo, si tratta di punti di vista, ma è sempre interessante leggere quello che ha da dire uno degli allenatori più vincenti e longevi della storia del calcio, uno che all’Old Trafford stanno rimpiangendo maledettamente. L’origine dei rapporti non proprio idilliaci per non dire tesi secondo lo scozzese è da ricercare nell’atteggiamento dello spagnolo che fin dall’inizio ha cercato di rivaleggiare con lui:
Tutto ebbe inizio quando feci notare che Gerrard giocava fuori ruolo nel suo schema, salvo poi essere impiegato in mezzo al campo con la nazionale e fare molto bene. L’errore che fece fu quello di diventare il mio antagonista personale. Una volta che lo metti sul piano personale, non hai alcuna possibilità, perché io so aspettare. Io ho avuto successo, lui aspirava a vincere trofei che invece andavano in mano mia. Fu molto imprudente. Poi ci fu la famosa conferenza stampa sui “Facts”, si presentò in sala stampa con un foglio pieno di dati, tutti sbagliati. Dopo quel discorso che fece su di me l’unica cosa che gli dissi in replica è che fu un po’ pungente riguardo a qualcosa, e che sarebbe stata una sconfitta dirgli che cosa avrebbe dovuto fare. Questo è quello che gli dissi: “Sei uno sciocco, non dovresti mai buttarla sul personale“. Quella fu la prima volta che adottò una tattica del genere con me, ed i successivi attacchi nei miei confronti furono sempre di quel tipo.
Messe da parte le legittime antipatie personali passiamo a quelle che sono le critiche sul campo, per Ferguson il gioco di Benitez è noioso, poco divertente, le sue squadre sono spesso preoccupate a distruggere il gioco dell’avversario che a costruire il proprio. In pratica l’allenatore del Napoli sarebbe un difensivista che se pure ha vinto qualcosa in carriera deve molto alla fortuna, come nel caso dello scorso anno quando alla guida del Chelsea ha conquistato l’Europa League:
Il Liverpool era veramente difficile da guadare quando c’era Benitez come manager. Trovavo la squadra molto noiosa. È stata una vera sorpresa per me vedere che il Chelsea lo abbia chiamato dopo Di Matteo. Nel corso della sua carriera ha vinto due Liga e una Coppa Uefa con il Valencia, una Champions e una Fa Cup con il Liverpool. In sei mesi Di Matteo ha vinto una Champions ed una FA Cup. Sono record già comparabili. Rafa è caduto in piedi.
Vengono giudicate disastrose le sue campagne acquisti, nonostante i tanti soldi messi a disposizione dal Liverpool. Su questo piano viene paragonato a Mourinho che, secondo Ferguson, nei suoi anni al Chelsea è stato molto più abile a gestire i giocatori che aveva in squadra. Soltanto un paio le operazioni di mercato da salvare:
Si è lamentato che non aveva soldi da spendere, ma dal giorno in cui arrivò in Premier League, spese molto di più rispetto a me. Perché non fece bene come avrebbe voluto ad Anfield? Dal mio punto di vista personale ha pensato sempre più a difendere che ad attaccare, a distruggere il gioco piuttosto che a vincere. È stato fortunato e qualche volta è riuscito a vincere. Gli va dato atto di impostare bene la squadra sul piano del carattere. Gli unici suoi acquisti validi sono stati quelli di Torres e Reina, devo ammettere che avevamo provato un paio di volte a prendere l’attaccante quando ancora era all’Atletico, ma Benitez fu più bravo di noi. José Mourinho è stato molto più astuto rispetto a lui nel gestire i giocatori a disposizione. Ed aveva anche personalità. Mettendosi a guardare Benitez e Mourinho in panchina, è facile capire chi tra i due sia il vincente.
Non proprio parole d’affetto, anche se di sicuro leggendole Benitez non sarà certo sorpreso. Il rapporto tra i due è sempre stato notoriamente teso e non poteva certo immaginare di ricevere attestati di stima dallo scozzese. Può consolarsi l’allenatore del Napoli di non essere l’unico a ricevere questo trattamento nell’autobiografia appena pubblicata, Ferguson ne ha un po’ per tutti, da Roy Keane a Van Nistelrooy, fino ad arrivare a David Beckham. Tra Fergie e lo Spice Boy è sempre stato odio e amore, particolarmente famoso l’episodio dello scarpino scagliato in faccia al giocatore dal manager infuriato. Un carattere per niente accomodante quello dell’uomo di Glasgow, ma se la sua carriera è stata così straordinaria forse è merito anche di questo.
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