Irriverente, irrefrenabile, al solito un fiume in piena: il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, è stato ospite ieri sera della trasmissione ‘Che tempo che fa’, condotta dal tifoso blucerchiato Fabio Fazio. È stata l’occasione, per il numero uno del club ligure, di dare vita ad un altro dei suoi soliti show. Il ‘viperetta’, come lo chiamano nell’ambiente cinematografico, ha ribadito ancora una volta di voler cambiare il calcio portando una ventata d’aria fresca. Intanto, può godersi una Sampdoria che se la gioca con le grandi nella parte sinistra della classifica e che è reduce dalla vittoria del derby contro il Genoa. “L’anno scorso non c’ero io e neppure Sinisa e ci hanno fatto tre gol: io sono uno che li paga i debiti e così ho fatto”, puntualizza Ferrero facendo un passo indietro.
Il produttore cinematografico ha tanti progetti per la Sampdoria del futuro, tra cui il nuovo stadio che dovrà ospitare le gare casalinghe dei blucerchiati, ma attenzione perché nel mirino di Ferrero è finito anche l’inno doriano, ritenuto ormai vecchio e obsoleto. “Mi hanno detto una cosa bruttissima: è vero che vuole cambiare l’inno?”, chiede Fazio. Ferrero ci pensa un attimo su, prende tempo, ma poi è costretto ad ammettere:
“Dicono che io abbia detto che fa schifo. La verità è che quest’inno è antico. Ma qui non cambia niente nessuno, siamo rimasti agli Anni 60: non è che va cambiato, va migliorato. Sembra la favoletta di Pinocchio o una filastrocca di Cappuccetto Rosso: ricordiamoci che è calcio, ci vuole energia. Una manifestazione contro di me? La accoglierò a braccia aperte – prosegue – , io non ho paura. Facciamo così: io li metto in rete e gli ultras scelgono”.
Da quando ha rilevato la proprietà della Sampdoria, il presidente non perde occasione per pubblicizzare il proprio tifo blucerchiato, ma è noto che il suo primo amore sia stato la Roma, come testimonierebbe anche una comparsata in un suo film. In quell’occasione, Ferrero prese il posto – come ebbe a raccontare egli stesso – di un artista che gli aveva chiesto un compenso troppo elevato: alla fine, vestì gli abiti di scena e impersonò un tifoso giallorosso che indottrinava il figlioletto a dire “Forza Roma”:
“Sono nato a Testaccio, dov’è nata anche la Roma – replica – Ma ormai sono sampdoriano nelle viscere, i romanisti mi perdoneranno. Se Dio ci aiuterà, quando la affronteremo finirà 4-3 per noi. Noi chi? Noi della Doria”.
Poi c’è il tempo per prendere un po’ in giro Maurizio Crozza, il comico che lo imita parlando di “Sampedoria”:
“Lui non ha saputo imitarmi – scherza Ferrero – allora sono io che imito lui”.
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