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La Fiorentina è ritornata in alto, ma la squadra di Italiano può sperare nuovamente nel ritorno in Champions League? La situazione

A Firenze si dice di lottare con vigore per essere della città vanto e gloria. Non a caso questo verso appartiene al più grande orgoglio della capitale toscana, ovvero quella Fiorentina ritornata nella sua dimensione dopo anni di appannamento contraddistinti da una risalita graduale tra ambizione e maturità di una squadra (società compresa) che piano piano sta ritornando dove merita.

Rocco Commisso ha fatto crescere la viola imparando dai suoi errori riportando Firenze a viaggiare l’Europa da protagonista assoluta, oltre che ad aver costruito un gioiello come il Viola Park, e con Vincenzo Italiano a portare calcio champagne, è stata riportata in auge la tradizione della Fiorentina bella e temuta da tutti: accompagnata da un popolo viola più compatto che mai.

Se da una parte il desiderio è quello di portare a casa qualche trofeo con la viola vicina l’anno scorso sia alla Conference League che alla Coppa Italia (vicine solo per poco), dall’altra c’è il sogno Champions League che riecheggia in piazza viola sognando notti magiche che non si vedono addirittura dalla stagione 2009-2010 dai tempi di Prandelli e Gilardino.

La domanda in questi casi sorge spontanea: può questa Fiorentina ritornare a rivedere le stelle ritornando a sentire la “musichetta” che al Franchi manca da parecchio tempo? Ecco tre motivazioni su cui questa squadra può credere nel sogno.

ESPERIENZA E MATURITA’: SOCIETA’, MISTER E SQUADRA

Il primo capitolo riguarda ciò che è stato citato in precedenza: l’esperienza e maturità che questa Fiorentina ha conquistato da quando è diventata a stelle e strisce. Rocco Commisso ha capito fin da subito che il calcio è un mondo abbastanza particolare, ma dall’altra parte ha avuto dalla sua non solo la fiducia dei fiorentini, ma anche una crescita graduale, maturando con ambizione investendo tutto quello che serve per vincere, con Barone e Pradé che, seppur qualche piccolo scivolone sul mercato (l’affare Torreira l’anno scorso veniva utilizzata come pietra da scagliare contro la dirigenza), stanno facendo un buon lavoro. Infine la crescita di Italiano ora realtà tecnica in Serie A e in Europa, plasmando un gruppo sempre più unito e che si conosce da molto in campo.

REPARTI TUTTI COPERTI: L’ESPERIENZA MOTIVA I NUOVI

La Fiorentina ha una rosa competitiva rispetto alle sue dirette concorrenti? Sicuramente, ma ciò che salta all’occhio è che si tratti della viola più completa dell’era Commisso: no solo nei titolari, ma anche per quanto concerne le riserve, oltre ai giovani portati portati alla corte della prima squadra. Dalla Primavera sono stati tirati su Martinelli, Vannucchi, Comuzzo, Kayode e Amatucci, mentre di ciò che ha dato il calciomercato estivo da registrare la freccia Parisi (strappato a Juve e Milan) e la voglia di rilancio di Arthur. E della rosa attuale? La consacrazione di Jack Bonaventura a centrocampo e ormai idolo della Fiesole.

ATTACCO CHE RIPRENDE A VOLARE (ASPETTANDO NZOLA E BELTRAN)

Uno dei problemi che l’anno scorso ha costato caro alla Fiorentina sulla mancata vincita dei trofei è sicuramente l’attacco: Jovic e Cabral non hanno dato i frutti sperati tra occasioni mancate e continuità inesistente, e allora si è deciso di cambiare completamente pelle mettendo il pupillo di Italiano (ai tempi dello Spezia) Nzola e l’argentino Beltràn. Nico Gonzalez trascinatore dalla qualità impressionante aspettando il vero Ikoné visto l’infortunio. Menzione d’onore per Kouamé pronto a rompere gli indugi a gara in corso, e se i due centravanti citati in precedenza dovessero sbloccarsi, allora Firenze può guardare in alto, dove ci sono le stelle, divertendosi solo come in terra toscana sanno fare.

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ultimo aggiornamento: 17-10-2023