Sembrava una partita sul suolo italiano, con il pubblico quasi tutto dalla parte degli azzurri. Fin dai primi secondi di gioco si era capito che i brasiliani parteggiavano spudoratamente per la Nazionale di Cesare Prandelli. Un tifo così smaccato che in pochi prevedevano alla vigilia, ma soprattutto un’avversione verso la Spagna, espressa con fischi e olé di incitamento ogni qualvolta i giocatori italiani toccavano il pallone. Qualcuno in Spagna non ha gradito il clima abbastanza ostile (si è trattato, d ogni modo, di semplici e civili rimostranze da stadio e gli inni nazionali sono stati rispettati silenziosamente) ipotizzando che i brasiliani preferivano affrontare l’Italia in finale, sulla carta una squadra meno forte.
La paura di perdere in finale contro lo squadrone spagnolo potrebbe essere una delle motivazioni. In realtà in Brasile la comunità italiana è molto folta e non sarebbe illogico pensare che molti giovani brasiliani dal cognome italiano abbiano sostenuto gli azzurri per una questione di cuore, di vicinanza etnica. Un’altra ragione risiede nel fascino storico che l’Italia si porta con sé e i brasiliani considerano l’Italia una nazionale da rispettare sempre e comunque. L’altra motivazione si basa sull’antipatia per la Spagna calcistica.
Le squadre fortissime che vincono spesso e in pochissimo tempo non sono mai viste di buon occhio e alla lunga…stancano. E la stampa a supporto della Roja e dei club iberici, per molti appassionati di calcio non brilla in fatto di sobrietà. Il tiki-taka, la rete interminabile di passaggi, genera quotidianamente discussioni annose tra i suoi fiancheggiatori e gli oppositori, sull’estetica del calcio contemporaneo. Di tiki-taka contro l’Italia se n’è visto pochissimo, segno che quando vogliono gli spagnoli conoscono anche l’arte di arrangiarsi. Ma dopo l’ultimo rigore la loro esultanza verso il pubblico che li ha fischiati per tutta la partita è apparsa alquanto scomposta, con ampi gesti rabbiosi verso le tribune (foto in alto). Male, perché le grandi squadre e i campioni devono saper accettare anche i fischi “di paura”.
Italia – Spagna 6-7 (dcr) | Le Foto | Confederations Cup
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