La Gazzetta dello Sport in occasione dei suoi 20 anni di Serie A, ha riservato a Francesco Totti una lunga e interessante intervista, nella quale il capitano della Roma dimostra ancora una volta di non avere peli sulla lingua, correndo il rischio di apparire presuntuoso. D’altronde c’è chi può permetterselo e chi no. Il numero 10 giallorosso ha spiegato che se avesse giocato nella sua carriera da centravanti avrebbe segnato almeno 300 gol superando Piola, che invece con 274 realizzazioni è ancora in vetta alla speciale classifica dei marcatori di tutti i tempi della serie A (Totti ha recentemente sorpassato lo svedese Gunnar Nordahl, storico centravanti di Milan e Roma negli anni 50, segnando il suo 226esimo gol). Il capitano romano alla domanda ‘quale italiano del calcio che ha visto, ritiene più forte di lei in una graduatoria immaginaria?’ ha risposto con un secco:
Nessuno, perché i numeri parlano chiaro.
Allargando l’orizzonte fuori dai confini nostrani, però, Totti ha individuato un giocatore del quale ha pensato ‘non
riuscirò mai a fare quello che fa lui’ in Lionel Messi. Tra gli avversari più forti contro cui ha giocato, er Pupone ha indicato Ronaldo, mentre “come compagni scelgo Batistuta e, come feeling in campo, Cassano“.
Quindi il migliore allenatore con cui ha avuto a che fare:
Lippi. Il carisma che trasmetteva lui nessuno lo aveva. Anche Capello però è stato un grande, così come Spalletti. Ancora ci sentiamo.
Totti, che ha confessato di voler essere allenato da Mourinho, ha poi focalizzato l’obiettivo della Roma in questa stagione che si avvia alla conclusione:
Noi ci proviamo, ma bisogna essere realisti: il traguardo è l’Europa League. Una squadra come la Roma, comunque, non può stare lontano dall’Europa (…) Il prossimo anno, però, dobbiamo lottare per i primi due-tre posti.
Una stagione nella quale protagonista per molti mesi è stato Zdenek Zeman (che oggi ha firmato un pezzo pubblicato sulla rosea e dedicato proprio a Totti), poi allontanato dalla società con il contestuale sospiro di sollievo di alcuni componenti della rosa della Roma. Il capitano:
Pregi e difetti ce l’hanno tutti, e alla fine quando le cose non vanno, si sa che paga l’allenatore. Ma se ognuno di noi avesse dato il 100% le cose sarebbero andate diversamente.
Totti ha quindi confermato di essere stato ad un certo punto ad un passo dal trasferimento in Spagna, evitato anche grazie a questioni relative alla sua vita privata:
Anche anni dopo, prima del penultimo rinnovo, avevo deciso di andare al Real Madrid. Poi il contratto e questioni di vita privata mi hanno spinto a restare qui. E non mi sono mai pentito.
Totti ha quindi ripercorso gli anni 2000, quando “avrei dovuto ottenere” il Pallone d’Oro “se avessimo vinto l’Europeo”. Competizione questa, che lo vide protagonista assoluto; ma nonostante ciò Totti la semifinale contro l’Olanda non la disputò da titolare probabilmente – si dice – per la pressione di qualche sponsor:
Così dicono tutti. Fino a quel momento avevo disputato un grande Europeo e avevo fatto gol importanti: non c’era motivo per cui stessi fuori.
Infine il futuro, Brasile 2014, che potrebbe essere vissuto da Totti ancora una volta da protagonista in campo, come ha fatto intendere anche il c.t. della Nazionale Cesare Prandelli. I dubbi del romanista però paiono non essere legati soltanto alla sua condizione fisica:
So che un Mondiale è il massimo, soprattutto in Brasile dove il calcio è tutto. Ma se le cose invece andassero male, saprebbero con chi prendersela. Direbbero: “Hanno portato un vecchio, uno che ha rovinato il gruppo”. Vorrei sentire tutte queste persone che sono salite sul carro, quando sbaglierò qualche gara il prossimo anno. Ricominceranno a dire: “Basta, non si sopporta più”. Ora sono tutti bravi a parlare.
In conclusione, una battuta sul derby. Totti ha svelato qual è stato il laziale che ha più patito e più goduto a battere:
Nesta, perché era forte e un amico. Ma sportivamente parlando, tutti i laziali mi sono antipatici.
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