Dopo due titoli di fila, quest’anno il Galatasaray potrebbe non vincere il campionato turco: il club giallorosso a otto giornate dalla fine dista nove punti dalla capolista, e rivale cittadina, Fenerbahce (che per altro ha una partita in meno) e anche il secondo posto, quello che garantirebbe i preliminari di Champions League, non è scontato col Besiktas avanti di una lunghezza in graduatoria: il sorpasso dei bianconeri è avvenuto nell’ultimo turno quando la squadra di Roberto Mancini è riuscita nell’impresa di perdere tra le mura amiche contro il fanalino di coda (e quasi spacciato in termini di retrocessione) Kayserispor, 1-0 all’ultimo minuto firmato dall’argentino Pablo Mouche, una vittoria storica per certi versi dacché il club di Kayseri non vinceva contro i ben più quotati avversari del Galatasaray da 40 anni.
Così dopo la partita è definitivamente deflagrata la protesta dei supporters di casa che hanno inneggiato all’ex allenatore Fatih Terim, l’Imperatore sollevato dall’incarico nel settembre scorso, il tutto chiedendo alla dirigenza di mandare via Mancini; al tecnico jesino sono rimproverate carenze tattiche, scarso attaccamento e zero acuti, con l’unica gioia regalata nel surreale mercoledì di dicembre contro la Juve. Negli ottavi di Champions dopo una prestazione sufficiente alla Turk Telekom Arena contro il Chelsea, al ritorno la squadra non è praticamente scesa in campo, allo Stamford Bridge Sneijder e soci non hanno fatto nemmeno un tiro in porta perdendo con merito per due reti a zero. Dopo l’eliminazione l’ex tecnico di Inter e Manchester City non c’era rimasto male più di tanto:
“Non sono arrabbiato, siamo stati delle ombre in campo. Abbiamo giocato male e creato niente. Sono deluso, non mi aspettavo una prestazione simile dai miei ragazzi. È stata una prestazione davvero brutta, senza tirare in porta però è difficile fare bene. Una mia sfuriata ai ragazzi nei prossimi giorni? Assolutamente no, ma la mia squadra deve capire che il ritmo nelle competizioni europee è totalmente differente. Dobbiamo lavorare per fare bene in futuro”.
Futuro coinciso col brutto stop casalingo di sabato scorso (per onor di cronaca senza Drogba in campo e sbagliando l’impossibile sotto porta, vedere il video per credere), con una semifinale di Coppa di Lega alle porte (ampiamente alla portata la vittoria finale) e con le parole di Mancini circa il suo futuro rilasciate a Fox Sports:
“Mi aspettavo qualcosa in meno dal campionato turco, il calcio qui è cresciuto molto negli ultimi anni. C’è una ristrettezza in merito all’arrivo di calciatori stranieri, dunque è difficile crescere nell’immediato. Tuttavia ci sono buoni margini di miglioramento. La tifoseria? I nostri fan sono eccezionali, c’è grande rivalità con Besiktas e Fenerbahce. Il mio futuro? Al momento non c’è nulla, è prematuro parlare anche dell’argomento nazionale. Poi il calcio è strano, le situazioni cambiano velocemente. All’Inter sta cambiando molto e io già ci sono stato, al momento credo sia molto difficile. Milan? Non si sa mai nella vita, perché no… Faccio l’allenatore, tutto può accadere. Non dipende solo da me”.
Il fatto è che il trainer marchigiano ha un contratto bello robusto col Galatasaray, 4,5 milioni all’anno fino al 2016 (esclusi bonus), e i tifosi si aspettano tanto dal condottiero della squadra: in altre parole non si ritengono una piazza in cui parcheggiarsi in attesa di un’occasione migliore, ma in qualche modo un approdo di cui andare orgogliosi e per cui dare il cento per cento. Forse Mancini non si è calato a pieno nella parte.
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