“Rudi non dimentica”, potremmo dire parafrasando una frase di un celebre film di qualche decade fa. L’allenatore della Roma, Rudi Garcia, inizia l’anno rinfocolando le polemiche per quello Juventus-Roma dello scorso mese di ottobre: tra bianconeri e giallorossi ci sono in classifica solo tre punti di differenza e dalle parti della capitale sono convinti di aver subito un’ingiustizia che non verrà mai cancellata. Nonostante tutto, sottolinea l’allenatore, quest’anno almeno un trofeo prenderà la via di Roma: “Quest’anno dobbiamo per forza vincere qualcosa”.
In un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’, l’allenatore della Roma fissa gli obiettivi per il 2015, ma non prima di aver fatto un bilancio del 2014. Il pensiero corre subito alla sconfitta per 3-2 rimediata allo Juventus Stadium, quella che sta facendo la differenza in classifica. In mezzo ci sono stati il pareggio casalingo con il Sassuolo, la sconfitta con il Napoli, la doppia umiliazione da parte del Bayern Monaco in Champions League, oltre che l’eliminazione dalla coppa per mano dei un Manchester City troppo presto dato per bollito. Dettagli irrilevanti? Per Garcia quello che non si riuscirà mai a dimenticare, forse per l’eternità, sono le ingiustizie subite a Torino:
“Perdere così è difficile da accettare, forse non ci riuscirò per tutta la stagione o per tutta la vita. Non ho un rammarico per i tre gol irregolari: è il sentimento di ingiustizia che è difficile da cancellare”.
Senza entrare nel merito degli episodi (Uefa e Fifa hanno dichiarato regolare, ad esempio, il gol di Bonucci), la partita contro la Juve è stata per la Roma comunque una svolta. A distanza di mesi, non cambia, dunque, la convinzione di Garcia, che è sicuro di vincere qualcosa di importante già quest’anno:
“Non mi sento cambiato – prosegue – e non modifico il mio modo di essere. L’allenatore è un attore, deve essere in un modo con i giocatori, in un altro di fronte alla stampa. Dopo il k.o. con la Juve, quando ho detto che vinceremo di sicuro lo scudetto, ero allenatore perché ci credevo, e attore perché era il momento giusto per farlo. Sono ambizioso e abituato ad offrire performance superiori alle attese: è stato così al Lille ed è così alla Roma”.
In questi giorni si parla tanto di calciomercato, con la Roma sempre molto attiva, anche se il grosso delle operazioni si faranno a giugno. Nella sessione invernale, sottolinea Garcia, “difficilmente arrivano campioni, Nainggolan è l’eccezione che conferma la regola”. La rosa giallorossa è comunque migliorabile e magari con un paio di innesti, il testa a testa con la Juventus sarà ancora più avvincente:
“Abbiamo bisogno di giocatori più forti ogni anno, ma dipende dalle disponibilità, anche se il budget non è tutto. Il modello è l’Atletico Madrid e io non sono uno che piange per avere Messi e Cristiano Ronaldo. Destro rimarrà, Iturbe ha avuto qualche infortunio ma farà grandi cose, De Rossi è un grande uomo e giocatore”.
La chiusura non poteva che essere per Francesco Totti, capitano della Roma che Garcia sta gestendo in modo molto intelligente:
“Non posso più chiedergli 15 gol a stagione, ma finché non si fermerà non mi pongo domande sulla Roma senza di lui. Mi auguro che la sua uscita sia all’altezza del suo talento. Vinciamo quest’anno – conclude – e i prossimi e consentiamogli di fermarsi come merita”.
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