Paul Gascoigne si racconta all’emittente Itv e lo fa con il consueto sarcasmo condito da un genuino fatalismo che lo ha sempre accompagnato in queste due decadi. Anni in cui la vita dell’ex talento inglese si sono avvolti di gloria sul campo, momenti di ilarità collettiva, delusioni profonde e pericolose cadute nel tunnel dell’alcol. Gazza entra ed esce da quel tunnel come se fosse una porta girevole del supermercato. L’ex calciatore della Nazionale inglese, di Lazio e Tottenham, è un uomo che tutta l’Inghilterra non vuole lasciare solo e persino i “rivali” dell’Arsenal si sono mossi per aiutarlo. I ‘Gunners’ si sono infatti proposti di pagare le cure a Gascoigne, che da anni ormai combatte per superare problemi legati all’abuso di alcol e droga.
“Non ho chiesto io di essere un alcolizzato ma sfortunatamente lo sono. Ho rischiato di morire 19 volte negli ultimi 18 anni“, ha ironizzato all’emittente televisiva britannica e poi ha aggiunto: “I tifosi mi hanno aiutato sempre ad uscirne. La mia dipendenza dall’alcol non è legata al desiderio di bere, è piu’ un’ossessione“. Gascoigne racconta così il suo ultimo ricovero:
“Sapevo di essere in difficoltà e ho cercato subito di frenarmi. Mi stavo disintossicando a casa mia, poi a un tratto mi sono sentito ferito da alcune persone e ho deciso di continuare a bere, ma sapevo che non era la cosa giusta”.
“L’unica persona che mi può salvare è me stesso”, ha affermato in un’altra intervista rilasciata al tabloid “The Sun”. Gazza racconta anche il momento in cui è ricaduto nella trappola dell’alcol:
“Stavo facendo bene, ma ogni giorno per me era la stessa cosa e ho iniziato a bere di nuovo. Andavo in palestra, facevo shopping per poi tornare a casa. Poi ho sbagliato di nuovo. Facevo 800 flessioni, e 800 squat al giorno, ma se una persona non è abbastanza forte mentalmente, quella persona potrebbero trovarsi in una bara”.
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