Paul Gascoigne ha ancora gravi problemi di salute ed è partita una sorta di gara di solidarietà per aiutarlo. In Inghilterra non vogliono lasciar solo l’ex fantasista di Lazio, Tottenham e della nazionale inglese e a farsi avanti è stato l’Arsenal, club storicamente rivale di ‘Gazza’. I ‘Gunners’ guidati dal manager Arsene Wenger, si sono infatti proposti di pagare le cure a Gascoigne, che da anni ormai combatte per superare problemi legati all’abuso di alcol e droga. Rimasto senza un soldo e sfrattato, l’ex centrocampista ha bisogno di denaro per poter proseguire le terapie che lo dovrebbero tirare fuori dall’oscuro tunnel, dopo che nei giorni scorsi ha accusato una crisi respiratoria.
Messi da parte i dissapori e le contese sul campo tra Tottenham e Arsenal, i biancorossi londinesi hanno dunque deciso di sobbarcarsi le spese necessarie a Gascoigne per entrare in clinica ed effettuare un ciclo di terapie necessarie per risolvere alcuni recenti acciacchi. Dopo gli ultimi eccessi – ‘Gazza’ è stato più volte trovato in pessimo stato dopo aver alzato il gomito – l’ex calciatore della Lazio è ora deciso ad uscire da un vortice che lo avrebbe portato fino alla depressione. A confermare la disponibilità dell’Arsenal ad aiutarlo, è lo stesso Gascoigne, che nel corso di un’intervista rilasciata a ‘The Sun’ racconta:
“Ho telefonato al fisioterapista dell’Arsenal, Gary Levin, e gli ho detto che non stavo benissimo. Mi ha detto di andare in ospedale perché temeva fosse una polmonite. E Wenger ha acconsentito di pagare 28 mila sterline per le mie cure – dichiara – , e altre 22 mila le ha sborsate l’Arsenal per il mio problema all’anca”.
Una bella storia di solidarietà, anche se Gazza lamenta di non aver avuto lo stesso trattamento dal Tottenham, il club per il quale ha giocato tanti anni fa e che lo avrebbe sostanzialmente scaricato come un peso indesiderato. Sempre nella stessa intervista, infatti, Gascoigne racconta un episodio del recente passato, che gli avrebbe fatto capire di essere un indesiderato per la dirigenza londinese:
“Nel 2011, quando il Tottenham ha incontrato il Real Madrid in Champions, mi è stato detto che se volevo vedere la partita c’erano solo due biglietti a 60 sterline – rivela -. L’ho dovuta guardare sotto il box della dirigenza, dove c’erano ex calciatori che avevano giocato 30 anni prima di me…”.
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