Giuseppe Giannini è stato rinviato a giudizio con la pesante accusa di frode sportiva, ma l’ex capitano della Roma si difende: “Con la camorra non c’entro”. I fatti risalgono all’era in cui Giannini ricopriva il ruolo di allenatore del Gallipoli: secondo l’accusa, avrebbe corrotto i giocatori del Real Marcianise per ottenere la promozione in Serie B. Oltre all’ex numero 10 della Roma e della nazionale italiana, tra i 104 imputati c’è anche il consuocero, considerato uno dei prestanome del clan camorristico dei Contini. Giuseppe Giannini, attualmente ricopre il ruolo di commissario tecnico della nazionale del Libano.
Sono in tutto 104 i rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta che riguarda le attività illecite del clan camorristico dei Contini. Tra di loro c’è anche Giuseppe Giannini, accusato di frode sportiva aggravata dalla matrice mafiosa. I fatti risalgono alla stagione sportiva 2008-2009, quando l’ex capitano giallorosso era l’allenatore del Gallipoli, allora iscritta al girone B della Lega Pro 1. Giannini viene tirato in ballo assieme al padre dell’ex fidanzato della figlia, Salvatore Righi, imprenditore accusato di essere un prestanome dei Contini. Con Righi e il ds Luigi Dimitri, Giannini avrebbe concorso a corrompere con la cifra di 50.000 euro alcuni giocatori del Real Marcianise. Effettivamente, il Gallipoli vinse l’ultima gara contro il Marcianise e conquistò la storica qualificazione in Serie B.
Il clan dei Contini, oltre agli interessi nel calcio, avrebbero avuto secondo l’accusa anche il controllo di alcune attività commerciali nel centro di Roma, tra cui negozi e ristoranti, attraverso i quali venivano riciclato il “denaro sporco”. Giuseppe Giannini, raggiunto dall’agenzia Ansa, respinge ogni addebito, negando qualsiasi contatto con la camorra e affermando di essere pronto a difendersi dall’accusa di frode sportiva:
“È falso e ingiusto accostare il mio nome alla camorra o alla mafia. I magistrati – dice il ‘Principe’ – hanno appurato che non c’è alcun rapporto tra quanto mi viene contestato e queste associazioni. Mia figlia non è mai stata sposata con un Righi, è stata fidanzata ma la storia si è chiusa. Quanto alla vicenda della frode sportiva, quando sarà il momento verrò sentito e sicuramente cercherò di chiarire tutto. Ho fiducia nel lavoro della magistratura e nelle indagini che stanno portando avanti. Domani torno in Libano per riprendere il mio lavoro”.
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