Il prossimo 21 marzo al Palazzo delle Nazioni di Ginevra, sede storica dell’Onu, sarà ospite un interlocutore d’eccezione: si tratta del milanista Kevin Prince Boateng, invitato per parlare di sport e razzismo davanti ad una platea prestigiosissima. Come ogni anno l’Onu in questa data organizza la Giornata Internazionale per l’Eliminazione delle Discriminazioni Razziali, un evento che si svolge parallelamente sia in Svizzera sia in America, presso la sede della Nazioni Unite a New York: quest’anno si vuole affrontare il problema proprio dal punto di vista dello sport più seguito al mondo, il tema sarà infatti “Sport e razzismo: diamo un calcio al pregiudizio”.
Evidentemente il rumore del clamoroso gesto del ghanese che a Busto Arsizio ha abbandonato il campo, stanco di ricevere insulti dai tifosi a causa del colore della sua pelle, ha superato i confini nazionali fino ad arrivare a questo clamoroso quanto inedito invito. La notizia l’ha data in anteprima proprio la società rossonera che dopo aver incassato l’appoggio della giustizia sportiva non può che essere orgogliosa del suo tesserato:
Questo evento, che segue la storica decisione del Giudice Sportivo di ieri in ordine cronologico, e che sul piano dei principi e dei valori è un alteriore attestato di vicinanza al Milan e al suo giocatore dopo i fatti di Busto Arsizio, riempie d’orgoglio tutto il club rossonero e tutti i suoi tifosi.
Emozionatissimo anche il diretto interessato che adesso ha la grana, piacevole per carità, di dover pronunciare un discorso davanti ad una platea così importante. Per fortuna non gli manca il tempo per prepararlo al meglio, come lui stesso sottolinea:
Questo evento, che segue la storica decisione del Giudice Sportivo di ieri in ordine cronologico, e che sul piano dei principi e dei valori è un alteriore attestato di vicinanza al Milan e al suo giocatore dopo i fatti di Busto Arsizio, riempie d’orgoglio tutto il club rossonero e tutti i suoi tifosi. Adesso ho due mesi per prepararmi.
Poi continua sminuendo in qualche modo la sua reazione, per lui naturale frutto del nervosismo e della frustrazione causata da quei beceri insulti rivolti a lui e ad alcuni suoi compagni:
Adesso ho due mesi per prepararmi. Dirò quello che penso io sull’argomento, ovvero che siamo tutti uguali e che quanto è successo a Busto Arsizio è stata una brutta cosa. Ma quello è il passato, ora guardo al futuro, mi interessa solo che si fermi il razzismo. Sono emozionato perché non pensavo di aver dato un segnale così grande. In quel momento ero arrabbiato e un po’ stressato, poi però ho visto quanta gente la pensava come me, e questo mi ha reso contento.
Ovviamente gli fa piacere incassare anche i complimenti della sua società e del presidente Berlusconi che a quanto pare è rimasto particolarmente colpito dall’episodio tanto da aver telefonato al suo giocatore in più di un’occasione dall’ormai famoso 3 gennaio. Ma i complimenti non sono arrivati soltanto dalla sua squadra, tanti colleghi in giro per il mondo lo hanno contattato per esprimere solidarietà e forse sono proprio questi gli attestati di stima che più riempiono di gioia e aiutano a dimenticare un episodio sicuramente negativo:
Anche altri giocatori come Vieira, Rio Ferdinand e Cristiano Ronaldo si sono fatti sentire con me e mi hanno detto che ho fatto bene a fare quello che ho fatto a Busto Arsizio. Questo mi rende contento. Il giudice sportivo non ha penalizzato il Milan per il mio gesto? Secondo me è giusto così perché non bisognava penalizzare la squadra che mi ha mostrato solidarietà, del resto anche la Uefa e la Fifa fanno tante cose per combattere il razzismo.
L’iniziativa dell’Onu è sicuramente da elogiare, il gesto di Boateng è stato importante e ben vengano le minacce di sospensione anche in gare di Serie A in caso di episodi di razzismo. Speriamo che alle parole seguano i fatti, non è la prima volta che un calciatore mostra insofferenza per gli ululati che piovono dagli spalti. Qualche anno fa Zoro, all’epoca al Messina, minaccio di abbandonare il campo perché stanco degli insulti che prevenivano dal settore interista: quella volta ci fu sicuramente meno clamore, alcuni addirittura accusarono di Zoro di aver esagerato nella reazione. Anche quello era razzismo, è passato tanto tempo da allora, ma i problemi sono sempre gli stessi.
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