Manca ormai poco al debutto di Sebastian Giovinco nella Major League Soccer americana. La Formica Atomica, dopo aver rescisso anticipatamente il contratto che lo legava alla Juve, scenderà in campo con la maglia numero 10 del Toronto nella trasferta in programma il 7 marzo a Vancouver. Per Giovinco inizia ufficialmente un’avventura totalmente nuova, molto ben remunerata e altamente stimolante. In Canada, dunque, l’ex numero 12 bianconero avrà tutto ciò che alla Juventus gli mancava, a partire dal fatto di sentirsi importante.

“C’è stato un momento in cui la Juve mi ha fatto capire che se fossi rimasto sarei stato un po’ di peso. E io – rivela al ‘Corriere dello0 Sport’ – non voglio essere un peso per nessuno. Si è trovato il modo e sono andato via. Fosse stato per me, avevo fatto già tutto per luglio a contratto scaduto. E tutto alla luce del sole, seguendo le regole”.

Dal Canada Giovinco continua a seguire la Serie A e le partite dei suoi ex compagni: in merito alla lotta scudetto, la ‘Formica Atomica’ ha le idee abbastanza chiare, ma vuole puntualizzare anche una cosa che non farà molto piacere alla Juventus:

“Penso che la Juventus abbia ormai vinto lo scudetto dopo il pareggio di Roma ma non tifo per i bianconeri. Sono felice per i miei compagni e per i tifosi se la Juve vince. Tifare però è un’altra cosa”.

Una sorta di amore-odio quello tra Giovinco e la Juventus: il calciatore è convinto che a 28 anni avrebbe potuto dare ancora molto alla storia bianconera se solo gli fossero state date le opportunità da titolare; la società, invece, è convinta negli anni di avergli dato più di un’occasione per diventare un top, ma forse il centravanti ha dato meglio di sé quando ha giocato in provincia, lontano dalle pressioni. Il divorzio ad un certo punto è stato inevitabile: dopo essere stato riacquistato dal Parma per una cifra importante, Giovinco ha giocato abbastanza al primo anno di Conte, molto poco al secondo con il tecnico leccese, ancora meno con Allegri nei sei mesi scorsi. Proprio sul trasferimento al Parma (e ritorno), Giovinco ha voluto fare alcune precisazioni:

“Un calciatore non può andare in campo pensando a quanto guadagna, a quanto è costato. E poi non mi sono venduto io al Parma per poi ricomprarmi alla Juve. Ha scelto la società. Dunque il problema non può essere mio. E non può condizionarmi. Io alla Juve ho vinto due scudetti e un Supercoppa. E non sono stato a guardare. Poi sentivo dire che giocavo male – sottolinea – , ma a me non sembra”.

Il suo destino è stato legato per tanto tempo a quello di Antonio Conte: anche se il secondo anno è stato impiegato con il contagocce, se l’attuale ct azzurro fosse rimasto a Torino, probabilmente Giovinco non sarebbe andato via:

“L’ho sentito, abbiamo parlato in quei giorni. Se io sono tornato alla Juve lo devo solo a Conte, diversamente non mi avrebbero ripreso. E, badate bene, non è che mi facesse un favore. A Conte interessa vincere e io giocavo se lui era convinto che potevo farlo vincere. Nulla mi vieterà di sperare nella chiamata azzurra, ma quando ci siamo sentiti gli ho anche detto che avrei capito se si fosse trovato a fare scelte diverse”.

Al Toronto, ora, avrà finalmente la maglia numero 10, quella che prima Del Piero e poi Tevez, gli hanno impedito di indossare in bianconero:

“10, il numero che adoro da sempre. Potrei dire come Maradona, ma siamo italiani e ne abbiamo avuti di grandi. Io dico Roberto Baggio, il mio idolo”.

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ultimo aggiornamento: 06-03-2015


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