Negli sport che prevedono il contatto fisico non sono rari i casi di morsi tra atleti di squadre diverse. A dire il vero, in qualche caso, ci sono stati anche dei “mordicchiamenti” affettuosi tra compagni di team. Se pensiamo ai morsi ce ne vengono in mente soprattutto due:
– il più recente, due anni fa, durante i Mondiali di calcio in Brasile, dato da Luis Suarez dell’Uruguay a Giorgio Chiellini della nazionale italiana;
– il più famoso e anche cruento, quello di Mike Tyson a Evander Holyfield del 28 giugno 1997 durante un incontro a Las Vegas valevole per l’assegnazione del titolo dei pesi massimi WBA. Durante quel match Tyson morse prima l’orecchio destro durante un corpo a corpo e Holyfield cominciò a sanguinare. L’arbitro non vide l’irregolarità, ma ammonì Tyson poco dopo per aver spinto l’avversario contro le corde. Il gioco fu fermato per qualche minuto e quando riprese ecco il secondo morso di Tyson, questa volta all’orecchio sinistro: riuscì a staccare un pezzo del lobo e lo sputò sul ring. Il match fu ovviamente sospeso, ma quando riprese Tyson ci provò ancora e a quel punto l’arbitro lo squalificò.
Il morso di Suarez a Giorgio Chiellini ha una particolarità che lo differenzia da tutti gli altri: è avvenuto durante un evento importantissimo (i Mondiali appunto) e nell’era dei “social”, per questo è diventato un vero e proprio meme. In molto ricorderanno i tanti fotomontaggi che cominciarono a girare subito dopo la partita trasformando un episodio tragicomico (che a Suarez è costato anche una lunga squalifica) in un evento esilarante. E due anni dopo quel morso lì fa ancora sorridere, tanto che Giorgio Chiellini è stato scelto quest’anno come testimonial di un nuovo stecco gelato Sammontana che si chiama Non mordere.
Ma Suarez si è reso protagonista anche di altri morsi ai danni di avversari. La prima volta è stata nel 2010, quando militava nel campionato olandese con la maglia dell’Ajax e morse Otman Bakkal del PSV Eindhoven su una spalla, proprio come Chiellini. Tre anni dopo, quando giocava con il Liverpool, la sua vittima fu il difensore del Chelsea Branislav Ivanovic, che si beccò un morso a un braccio.
Nella Premier League c’era già stato un morso nel 2006: quello di Jermaine Defoe del Tottenham a Javier Mascherano del West Ham. Dopo un fallo commesso dall’argentino (poi punito con un cartellino giallo), Defoe ha morso l’avversario alla spalla sinistra.
Sempre nel calcio ricordiamo altri morsi meno famosi, come quello di Emerson Sheik del Corinthians a Matias Caruzzo del Boca Junior nel 2012 oppure, in casa nostra, nel campionato di Serie B nel 2014, il morso dato dal centrocampista del Bari Enis Nadarevic alla coscia dell’avversario del Lanciano Diego Falcinelli (il giocatore bosniaco fu squalificato per tre turni).
Un altro morso tra calciatori che non è passato inosservato, ma dato questa volta a un compagno di squadra, è quello del giocatore del Siviglia Francisco Gallardo, detto Paco, che mordicchiò il pene di Antonio Reyes per festeggiare un gol. È successo nel 2001 e Gallardo fu accusato di “infrazione alla dignità sportiva e alla decenza”.
Uno degli sport in cui si sono visti più spesso dei morsi tra avversari è il rugby, che è basato proprio sullo scontro fisico. C’è da dire che in alcuni casi, poiché questo “trattamento speciale” avviene durante una mischia, non si riesce nemmeno a capire chi abbia dato il morso. È stato così, per esempio, nel 1998 quando Simon Fenn, pilone del London Scottish, perse il lobo di un orecchio in mischia. Non era la prima volta che succedeva una cosa del genere e non sarebbe stata l’ultima. Nel 1994 Johan Le Roux degli Springboks morse un orecchio del capitano degli All Blacks Sean Fitzpatrick e fu sospeso per 19 mesi. Sempre nel rugby si ricorda il morso di James Graham a Billy Slater nella finale Bulldogs vs Storm del campionato australiano del 2012. Graham rimediò ben dodici turni di squalifica.
Tra gli episodi più recenti, nel 2012, c’è il morso dell’inglese Dylan Hartley all’irlandese Stephen Ferris durante un match del Sei Nazioni. L’infrazione non fu notata dall’arbitro, ma Ferris fece vedere il suo dito ferito e allora il direttore di gara fece rapporto e Hartley fu squalificato per otto settimane, un notevole sconto visto che rischiava una squalifica di quattro anni.
Nel 2002 Peter Filandia del Port Melbourne morse il pene dell’avversario Chad Davis del St Kilda durante un match del di football australiano e fu squalificato per dieci turni mentre Davis dovette sottoporsi alla puntura di antitetanica.
Oltre al calcio e al rugby c’è un altro sport in cui si sono spesso verificati casi di morsi ad avversari: è l’hockey. Gli episodi più noti sono due: il morso che Alex Burrows dei Canucks diede al dito di Patrice Bergeron durante la finale di Stanley Cup del 2011 e quello di Mikhail Grabovski dei Toronto Maple Leafs a Max Pacioretty dei Montreal Canadiens durante una rissa a bordo campo. In quest’ultimo caso solo dopo qualche mese Grabovski ammise di aver morso l’avversario come reazione al fatto che Pacioretty lo stesse soffocando.
Si ricorda un morso anche nel basket: nel 1983, durante un match dei playoff in NBA, Danny Ainge dei Boston Celtics e Wayne “Tree” Rollins degli Atlanta Hawks furono protagonisti di una vera e propria rissa in campo e mentre erano per terra Rollins morse Ainge a un dito. Quest’ultimo fece vedere la ferita che richiese poi due punti di sutura, ma fu comunque espulso, mentre il morso di Rollins non fu visto dall’arbitro e la fece franca.
Nel judo è stato il cubano Oreydis Despaigne a far parlare di sé per un morso a un avversario durante le Olimpiadi di Londra 2012: era un incontro degli ottavi di finale del torneo della categoria fino a 100 kg e Despaigne morse il dito all’uzbeko Ramziddin Sayidov venendo immediatamente squalificato.
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