Inserirsi adesso nel dibattito sui migliori calciatori di tutti i tempi è inutile quanto operazione fine a se stessa. Tutto però nasce dalle esternazioni decise di Fabio Caressa a proposito di Francesco Totti nel dopo gara di Manchester City-Roma, e allora spendere due parole sullo storico capitano giallorosso merita se ci si attiene al calcio. Ovvero ai fondamentali di questo sport, dunque a particolari nei quali effettivamente Totti ha e ha avuto pochi eguali nella storia italiana. Cinque su tutti, tanto per scegliere quelli più evidenti:
– Innanzitutto la VISIONE PERIFERICA del campo di gioco. In pochi, praticamente nessuno, ha saputo leggere il campo in lungo e in largo quanto Totti. Caratteristica evidente soprattutto nelle giocate di prima intenzione. E più con la palla nei piedi che nei movimenti a dettare il passaggio altrui. A poco conta che il gol dell’Etihad sia venuto proprio grazie a uno scatto nel vuoto del fuoriclasse romano, il suo storico dna è un altro. Quello sopra descritto.
– Altra caratteristiche “spaziale”, ovvero la GESTIONE DELLE AMPIEZZE DEL CAMPO. In questo Totti resta un maestro, soprattutto in un calcio come quello moderno, in cui la tattica esige comunque la copertura a zona di tutte le angolature del terreno di gioco. Qui a far la differenza è il repertorio: conclusione, assistenza, lancio, scambi stretti. Davvero di tutto un po’ e non solo da uomo che vuole a tutti i costi cercare la porta per la gloria personale.
– Poi c’è l’ormai celebre, e talvolta dimenticato in sede di commento, COLLO INTERNO DESTRO. Uno dei migliori di sempre, sì. Potente, morbido, tagliente o vellutato. Da centravanti (come nacque) o da rifinitore. Ed è nel calciare in porta che si vede la sublimazione del gesto, la naturalezza. Il collo interno è solitamente un colpo forte, veloce, ma in pochi hanno posseduto contemporaneamente anche la precisione del Totti visto sui nostri campi in questi 20 anni.
– Non poteva mancare IL CUCCHIAIO. E la mente va a Italia-Olanda semifinale dell’Europeo 2000. Ma la mente non ne ricorda parecchi altri, sopra le teste dei difensori, a mettere il compagno davanti alla porta, sopra le mani dei portieri, per eluderli e beffardi. Quasi un marchio di fabbrica nell’immaginario collettivo, per quanto in verità non sia stata un’arma (di quelle che fanno godere i tifosi e i calciofili) del solo Totti.
– Il ruolo, naturale o meno, di TREQUARTISTA. O meglio, l’interpretazione del ruolo. In Italia abbiamo avuto da sempre quel vuoto. Grandi centrocampisti, grandi registi, grandi attaccanti, grandissimi difensori, qualche ottima ala. Trequartisti da stropicciare gli occhi no. E Totti riuscì a mutare per esempio il dogma di Fabio Capello, forse proprio negli anni migliori del Pupone, quando era davvero a un passo prima dal Milan e poi dal Real Madrid. No, su questo non ci sono né Baggio né Del Piero che tengano.
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