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Il Catania non si nasconde più: l’Europa ora è più di un sogno

Fari spenti e lavoro duro, il Catania al suo settimo campionato di Serie A consecutivo è diventato grande: una sola grande mente, Antonino Pulvirenti, un progetto ben preciso, la proprietà commutativa applicata al calcio. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Perché l’impronta argentina l’aveva data indubbiamente Pietro Lo Monaco, l’incipit della storia l’aveva scritta Pasquale Marino e gli eroi della prima ora del Massimino avevano il nome di Gionata Spinesi e Giuseppe Mascara. Salvezze sofferte ma sempre meritate, frizioni in dirigenza, mercato coraggioso, alla fine ha avuto ragione Pulvirenti: ora c’è Sergio Gasparin a coordinare il mercato, più che altro in entrata perché quella etnea è bottega cara e i suoi gioielli non li vende, in panchina si sono succeduti tra gli altri Zenga, Mihajlovic, Simeone e Montella, e tutti hanno fatto bene.

Oggi il Catania è una splendida realtà, tanti giocatori bravi e un allenatore, Rolando Maran, che dopo tanta gavetta in Serie B e l’ottima annata, quella scorsa, a Varese si è meritato col lavoro sul campo la chance di allenare in massima serie. Maran conduce la barca in maniera egregia, tecnico mai sopra le righe, capace di trovare la quadratura del cerchio con l’ormai impolverata idea di una difesa a quattro, pacato eppure grintoso. Insomma, il condottiero adatto per una squadra che sta snocciolando numeri da big: nel girone di ritorno ha collezionato 16 punti su 21 disponibili, in altre parole i rossoazzurri sarebbero primi se il campionato fosse cominciato al giro di boa. Quarantadue punti, settimo posto a tre lunghezze dal Milan terzo, quarta per andamento in casa (dietro Juve, Fiorentina e Napoli) e sesta miglior difesa: un ben di Dio che suggerisce ben più di una salvezza tranquilla.

Rolando Maran, dopo la vittoria sofferta ma brillante di Parma, fatica a volare basso:

“Noi in Champions League? Fino a ieri parlavamo di salvezza, questo mi sembra un po’ esagerato. I risultati ottenuti devono comunque darci la giusta dose di realismo per volare alla giusta altezza. Nella ripresa effettivamente, dopo il doppio vantaggio, abbiamo cercato soprattutto di contenere la reazione del Parma, disputando una gara di grande sacrificio, e resistendo anche quando siamo rimasti in dieci con un solo gol di vantaggio. Con questo 4-2-3-1 abbiamo tovato un equlibibrio che ci dà solidità, senza comunque snaturare le caratteristiche dei giocatori in campo, il tutto sempre grazie alla grande disponibilità di tutta la squadra”.

Sì, va bene, ma quale sono diventati a questo punto gli obiettivi del Catania?

“È difficile fare previsioni per il futuro. Serve continuità per costruire nella prossima stagione una squadra ancora più ambiziosa. Adesso siamo nelle condizioni di poterci giocare certe partite alla pari e di lottare per l’Europa nel rispetto degli avversari, ma divertendoci e facendo divertire. Pensiamo di poterci togliere ancora qualche soddisfazione da qui alla fine”.

Anche l’amministratore delegato etneo Sergio Gasparin non si nasconde:

“In maniera onesta devo dire che il nostro obiettivo iniziale era quello della salvezza, poi avremmo pensato a tutto quello che sarebbe arrivato. Abbiamo sempre cercato di dare il meglio per arrivare all’obiettivo richiesto dal presidente ovvero quello di conservare la categoria in un campionato molto difficile. La nostra forza rimane il lavoro collettivo verso un unico obiettivo finale. La progettualità poi è stata determinante: la scorsa estate abbiamo deciso di dare via giocatori solo davanti offerte irrinunciabili, mentre a gennaio neanche di fronte a queste. In più abbiamo comprato giocatori che potessero essere utili e ripreso giovani che erano stati mandati via in prestito dandogli nuova fiducia. Andujar è uno di questi”.

Analizziamo dunque il calendario del Catania da qui alla fine della stagione, partendo dalla prossima sfida quando al Massimino si presenterà l’Inter: subito tre punti, seppur difficili, consoliderebbero una classifica già eccellente. Poi la proibitiva trasferta contro la Juve dove sarà forte lo spirito di rivalsa dopo la partita dell’andata. Si continua con altre due partite chiave, Udinese in casa e Lazio fuori, quindi Cagliari, Chievo e Palermo per lanciare lo sprint. Il Milan a San Siro, infine il rush finale contro Siena, Sampdoria, Pescara e Torino. Senza l’assillo di doversi salvare e con la voglia di continuare a sognare, per i tifosi catanesi si prospetta un finale di campionato tutto da gustare.



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