Si dice che a Napoli siano già pronti e attrezzati. Tant’è che tra Rafa Benitez e Aurelio De Laurentiis in linea di massima un’uscita concordata, in amicizia, sia già stata sostanzialmente sancita. Sarebbe stata una decisione comune, nata da un Benitez insoddisfatto delle atmosfere e del modo di giocare della Serie A e il presidente che dall’altro lato non ha trovato nell’iberico ciò che cercava, ovvero il secondo step europeo, quello del consolidamento in Champions League. La chiave è stata molto probabilmente Bilbao, ed è da quel momento che Benitez ha dato il benestare al proprio management per ricevere eventuali nuove proposte.
Nella testa però dell’ex allenatore del Liverpool circola da tempo l’idea di arrivare a condurre le Furie Rosse. Sì, la nazionale spagnola, da raccogliersi dopo il discusso secondo mandato a Del Bosque nonostante il disastro di Brasile 2014. Si va quindi su base giugno 2016, per questo c’era l’idea a Napoli di protrarre di un anno l’accordo con Benitez. Il tecnico però ha preso tempo, dando la sensazione alla dirigenza di aver staccato la spina sull’argomento. Il problema è che la squadra, più o meno consciamente, ne risente: non è escluso per questo motivo che venga anche annunciato un prolungamento annuale (con clausola).
La verità, oggi, è che Benitez da un lato è attratto dal ritorno in pompa magna nella delusa Liverpool (nuovo clamoroso incrocio-déjà vu con Mourinho a sua volta tornato a fare il principe di Londra, quartiere Chelsea) ma le condizioni non sono ideali e il dialogo non è così fitto come scrivono in Inghilterra. Piuttosto, c’è Valencia. Cioè un altro posto dove Benitez ha lasciato ricordi indelebili e di fatto lanciato la sua carriera di tecnico ad altissimi livelli. Qui la trattativa esiste, e i riscontri non sono soltanto di parte spagnola.
Addirittura, c’è chi parla di un Bigon pronto a seguirlo. Che significa che il nome l’ha fatto Benitez. Che significa che a Napoli (almeno in sede di mercato) c’è stata sinergia vera. Con risultati certamente non all’altezza anche solo in una Serie A descritta unanimemente come di livello piuttosto modesto.
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