I due tatticamente non c’entrano molto. Paul Pogba però si prende virtualmente lo scettro che fu di Zinedine Zidane, del quale è connazionale, grazie all’eurogol messo a segno contro il Napoli, la ciliegina sulla torta. Il 3-0, insomma. Un’esecuzione che ha lasciato di stucco gli avversari, che ha fatto impazzire i propri tifosi, che ha fatto stropicciare gli occhi ai tanti osservatori internazionali. Un gol, però, che viene da lontano. Riflesso su se stesso, campione forse predestinato, Pogba può guardare indietro al suo primo gol in bianconero, proprio al Napoli, già strepitoso al punto di far gridare al miracolo (e a qualche scusa) l’allenatore partenopeo di allora, Walter Mazzarri.
C’è invece chi, soprattutto tra la tifoseria della Vecchia Signora, ha rivisto qualcosa, e mica poco, del vecchio idolo dello Stadio Delle Alpi. Lo stesso Zizou che nonostante le prime stentate partite a Torino indovina un palo-gol del genere contro un’altra grande del tempo, l’Inter, sbloccando la sua stagione e forse la sua carriera. Un tiro simile, come parabola. Non come preparazione. Pogba in realtà sbaglia (?) il controllo, la palla si impenna ai 20 metri, scende piano, a campanile. In quel momento c’è lo Zidane della finalissima di Champions League tra Real Madrid e Bayer Leverkusen.
Appunto, palla che cade dal cielo, il protagonista che la guarda negli occhi. Perché solo il fuoriclasse (che non sente la tensione) sa già dov’è la porta in quella situazione. Colpo al volo. Gol. Tripudio. Festa. Titoli di giornali. E per Pogba è soltanto l’inizio, in un’età anagrafica in cui il genio di Zidane era ancora un diamante molto grezzo che passava dal Cannes al Bordeaux sognando il grande palcoscenico. Per questo oggi, metaforicamente, l’ex Manchester United vale due volte l’illustre predecessore…
Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG