L’onda lunga della querelle Mazzarri quest’anno avrà un finale diverso: a Napoli ne sono consapevoli e, salvo ricuciture clamorose, sarà l’anno della fine di un rapporto comunque fantastico che nel suo piccolo (una sola Coppa Italia) resterà nella storia del club partenopeo. Sarà ancora questione di sette/dieci giorni, poi la fantasia mediatica si rivolgerà al grande rush finale per conoscere il nome dell’erede dell’allenatore toscano sulla panchina azzurra. Una panchina che, volente o nolente, è ambita sia per la nuova proiezione in ambito nazionale della piazza che fu di Maradona, sia soprattutto per la certa partecipazione alla prossima Champions League senza neppure il fastidio, e il rischio, dei preliminari.
Ecco allora che si potrà prevedere una carrellata di nomi dalla quantità imbarazzante, salvo poi dover restringere a quelli che sono realmente i papabili alla conduzione tecnica della squadra di patron De Laurentiis: i nomi di calibro internazionale, tipo Benitez e Pellegrini, non hanno al momento alcuna base, mentre invece sono tecnici tutti italiani quelli che se la giocano. Tenendo defilato Montella, che fu contattato dal Napoli un anno fa prima che Mazzarri sciogliesse in positivo le sue solite riserve, nel mucchio possono essere inseriti Maran, Di Matteo, Allegri e, uno su tutti, Francesco Guidolin.
Quest’ultimo, come spesso accade in queste dinamiche, potrebbe battere la concorrenza proprio al cosiddetto “colpo di reni” visto che in ordine di tempo è l’ultima delle idee di Bigon e il momento potrebbe essere propizio visto che il ciclo, nonostante le smentite, si dice che volga al termine. Non a caso il Napoli ha anche aumentato il pressing su Luis Muriel, non tanto per sostituire Cavani né perché pupillo dichiarato dello stesso Guidolin, ma perché utile anche a fare il ‘pacchetto finanziario’ che vorrebbero i Pozzo per liberare il tecnico che pareva anche in predicato di entrare nella dirigenza bianconera.
In realtà, Guidolin da due anni attende la chiamata di una big (anche estera, visto che lui ama Premier e soprattutto Bundesliga) e oggi il Napoli ha raggiunto a tutti gli effetti questo status che soltanto due anni or sono poteva forse sembrare soltanto di carattere aleatorio.
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