Tra qualche giorno il presidente dell’Inter, Erick Thohir, sarà in Italia e tra gli incontri in agenda ne ha uno con Barbara Berlusconi, amministratore delegato del Milan. Il club rossonero, ha da tempo deciso di realizzare uno stadio di proprietà, anche se non ha ancora individuato una zona ben definita dopo aver scartato l’Expo. Thohir vuole sentirsi dire in prima persona quali sono i progetti del Milan e poi esporrà i suoi, ossia quelli relativi all’ammodernamento dello stadio comunale di San Siro. Con o senza il Milan, l’Inter andrà avanti per la propria strada e, non avendo disponibilità ad avviare la costruzione di un nuovo impianto, non potrà fare altro che rendere più moderno e funzionale quello esistente, in sintonia con il Comune di Milano.
Per trasformare il Meazza in uno stadio al passo con i tempi e con i dettami dell’Uefa non servirà poi molto, soprattutto se nel progetto è prevista la costruzione di esercizi commerciali che potranno generare indotto non solo durante il giorno delle partite. Secondo quanto riferisce la ‘Gazzetta dello Sport’, però, non saranno effettuati investimenti nella zona ex trotto, poiché non si farebbe altro che aumentare in modo esponenziale i costi. Il terzo anello, invece, sarà ammodernato e riqualificato, riducendo la capienza di San Siro, al termine dei lavori, a 56 mila posti. La fine dei lavori è prevista per il 2018, ma già entro il 2016 dovrà essere completato il primo piano di ristrutturazione in vista della finale di Champions League.
Dopo aver assegnato il prestigioso evento alla città di Milano, l’Uefa ha già comunicato quali lavori dovranno essere espletati nel più breve tempo possibile affinché la gara possa disputarsi secondo i crismi del governo del calcio europeo: oltre al miglioramento degli attuali servizi igienici, dovranno essere realizzati nel primo anello arancio aree vip e sky box, al momento disponibili solo nel settore rosso. In ogni caso, prima di effettuare i lavori, andrà ridiscussa la concessione con il Comune di Milano e con il Milan, in modo da ridurre al minimo anche i disagi durante la fase di transizione.
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