Il trasferimento più oneroso della storia del calcio mondiale potrebbe, all’improvviso, non concretizzarsi. Il Real Madrid, infatti, da tempo sulle tracce di Gareth Bale, centrocampista gallese in forza al Tottenham, avrebbe rallentato la presa a causa delle eccessive richieste economiche da parte degli Spurs.
Eppure, i presupposti per un remake delle operazioni che hanno portato Cristiano Ronaldo e Kakà alle merengues, a suon di cifre astronomiche, c’erano davvero tutti. Già la prima offerta firmata dalla dirigenza madrilena aveva l’aria di essere davvero irrinunciabile: 100 milioni di euro più un giocatore a scelta tra Di Maria e Coentrao.
Il club inglese, però, aveva trovato la forza di rinunciare a tanto ben di Dio e di tenere in squadra il proprio gioiellino. In quel di Madrid, però, non si sarebbero scomposti più di tanto e si sarebbero fatti avanti, qualche giorno dopo, con un’offerta ancora più esorbitante della precedente: 120 milioni di euro.
L’accordo, ormai, era dato per imminente con l’allenatore dei Blancos, Carlo Ancelotti, già pronto per pregustare il suo nuovo Galactico.
Nel frattempo, però, questa trattativa di mercato iniziava ad assumere i contorni di una spy-story: Gareth Bale iniziò a ricevere minacce di morte dai tifosi e anche il Tottenham attirò le attenzioni, sicuramente poco gradite, del gruppo terroristico di Al-Qaeda, che avrebbe definito il club come “mercanti ebrei senza scrupoli”.
Ora, però, è giunta inattesa l’improvvisa marcia indietro. Florentino Perez, presidente del Real Madrid, ha pubblicamente dichiarato, in un’intervista concessa a Espn, che l’affare non andrà in porto:
Non parlo di nomi, non parlo neanche di soldi. Però 100 milioni mi sembrano troppi, mi sembrano troppi per qualsiasi cosa. Non parlo di giocatori e non parlo di denaro perché non devo e non posso.
L’impressione è che la differenza tra l’offerta del Real Madrid e la richiesta del Tottenham sia troppo difficile da limare e, di conseguenza, l’affare più costoso della storia del calcio sembra essere proprio saltato.
Tutto questo accade per la gioia di chi, al solo sentire nominare cifre di questo tipo in tempi di crisi, viene assalito da improvvisa depressione, senza dimenticarci, poi, dei sostenitori del fair-play finanziario.
Già, il fair-play finanziario, questo sconosciuto.
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