Jack Wilshere è un personaggio: pupillo di Arsene Wenger, a 21 anni è considerato uno dei migliori centrocampisti della Premier League, lui che con classe e corsa si è guadagnato la maglia da titolare sia all’Arsenal che nella Nazionale Inglese. Tipo sui generis, fuma e non riesce a smettere, in campo dà sempre il 101% e quando si tratta di dire ciò che pensa non tira indietro la gamba, come nel suo stile; così in Inghilterra è dibattito aperto dopo la doppietta di Adnan Januzaj, talentuoso ragazzino del Manchester United che sabato scorso ha segnato una fantastica doppietta: genitori kosovari, si sente albanese pur essendo nato e cresciuto in Belgio, eppure con la possibilità di vestire la più prestigiosa maglia della Nazionale dei Tre Leoni. Dovrebbe aspettare il 2018 quando, dopo cinque anni di permanenza sul suolo inglese, ne avrebbe il diritto; un qualcosa che proprio non va giù a Wilshere:
“Se vivi cinque anni in Inghilterra, per me non significa che sei diventato inglese e quindi che puoi giocare in nazionale. Se io vado a vivere in Spagna e ci rimango cinque anni, non significa che giocherò per la nazionale spagnola. Per me nell’Inghilterra deve giocare solo chi è veramente inglese. Dobbiamo ricordarci chi siamo. Noi siamo inglesi, contrastiamo duro, e sul campo siamo un osso duro per tutti. Abbiamo carattere e caratteristiche nostre, come gli spagnoli hanno quella della tecnica”.
Sasso lanciato nello stagno, i sudditi di Sua Maestà hanno cominciato a pensarci su; il tecnico dell’Under 21 Southgate, che pure ha tra le sue fila Saido Berhaino (burundese del WBA ma in Inghilterra da 10 anni), non si schiera: “Sembra che qui vogliano sposare la filosofia del team di cricket, che ha vinto la Ashes, ma in che modo? È un argomento interessante, quasi da dibattito filosofico“. In effetti il presidente della Football Association Greg Dyke ha la sua opinione, che è contraria a quella di Wilshere, e non si smuove:
“L’idea che qualcuno non nato qui non possa giocare nell’Inghilterra è un po’ estrema. Se fosse andata sempre così, qui non avremmo avuto un Mo Farah (ex somalo campione olimpico dei 5000 e diecimila metri a Londra, ndr). Ne discuteremo attentamente, perchè il mondo è cambiato e prenderemo la nostra decisione cercando di capire cosa sia meglio per noi”.
A sostegno di Wilshere c’è il suo mentore ai Gunners Arsene Wenger, che addirittura rilancia: “Sono d’accordo con Wilshere. Io in passato ho anche sostenuto che solo un tecnico inglese avrebbe dovuto allenare la Nazionale dei Tre Leoni“. Opinioni discordanti e dibattito, come detto, vivo, anche se la domanda che sorge spontanea è una e una soltanto: ma di tutto ciò che ne pensa Januzaj? Il talentino dei Red Devils aveva già fatto sapere che avrebbe sposato la causa dell’Albania e poi il 2018 è lontano. Siamo proprio sicuri che il diretto interessato voglia difendere i colori dell’Inghilterra?
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