Le rivolte di piazza spesso non servono a nulla: il tempo è galantuomo, altre volte maledettamente dispettoso, e così a poco più di due mesi della grande mobilitazione del tifo interista per non cedere Fredy Guarin agli odiati rivali della Juve, gli stessi tifosi oggi si mangiano i gomiti per l’errore pacchiano e decisivo del colombiano nel 2-2 dell’Inter in quel di Livorno. “Una vergogna perdere punti così” ha sbraitato dopo la doppia rimonta subita Walter Mazzarri, un labiale inequivocabile che in qualche modo sbugiarda anche la scelta effettuata a metà ripresa quando ha cacciato Hernanes per inserire l’ex mediano del Porto; diciassette minuti dopo Guarin effettua uno sciagurato retropassaggio verso Samuel, irrompe Innocent Emeghara che tutto solo batte Handanovic in uscita disperata. Un episodio come ne possono capitare tanti in un campionato, eppure questo ha fatto irretire particolarmente il popolo nerazzurro che già si vedeva a -1 dalla Fiorentina (di questi tempi un quarto posto non è da buttare) e che per colpa (non solo sua, per carità!) del loro protetto nelle calde notti di gennaio ha dovuto assistere impotente alla rimonta labronica.
L’ironia della sorte ha voluto che il numero 14 del Biscione avesse rinnovato il contratto col sodalizio meneghino proprio una settimana fa, un firma col sottofondo degli squilli di tromba, un mattone da cui ripartire dopo la medesima firma di Rodrigo Palacio e l’annuncio di Nemanja Vidic: “Sono stato due volte vicino alla Juve ma sono sempre rimasto qui, lo prendo come un segno del destino. Darò tutto per questa maglia” aveva commentato il diretto interessato, che neanche dieci giorni dopo viene “accusato” dal web di fede interista di non meritare di indossarla, quella maglia a strisce. “Senza grinta senza umiltà senza cuore senza testa: non meriti di vestire i nostri colori” è il leit-motiv dei messaggi che campeggiano sulla pagina Facebook dell’Inter, con inevitabili riferimenti anche al recente prolungamento contrattuale (“Chissà se Erick ha almeno tenuto lo scontrino del rinnovo di Guarin“), un’ondata di indignazione che riassume tutti i paradossi di una squadra, l’Inter, che da anni è alla ricerca di un equilibrio tale da garantire almeno un briciolo di credibilità: a gennaio andava messo tutto nero su bianco, appunto.
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