Serie A
Inter, Thohir ammette: “Cresceremo, ma a oggi siamo da Europa League”
Lunga intervista di Erick Thohir che ieri ha rilasciato importanti dichiarazioni alla redazione ispanica di ESPN; il presidente indonesiano dell’Inter ultimamente ha avuto di che preoccuparsi tra risultati balbuzienti dei nerazzurri, cambio della guida tecnica in panchina e necessità di raddrizzare i bilanci. Nonostante il presente non è dei più rosei, e di conseguenza il futuro appare nebuloso, il massimo dirigente del Biscione non si lascia sopraffare dal pessimismo, anzi dimostra la solita inguaribile fiducia che per lo meno risulta apprezzabile per gli esigenti tifosi interisti. Secondo Thohir, infatti, l’ultimo periodo non è affatto da buttare:
“Contro il Milan abbiamo pareggiato anche perchè il Milan non è una cattiva squadra. Contro il Dnipro abbiamo vinto pur essendo in dieci contro undici. Domenica contro la Roma abbiamo reagito due volte, ma ci è mancato qualcosa per poter reagire ulteriormente. C’è anche da dire che contro una grande come la Roma è difficile reagire: loro e la Juve sono il top della Serie A. Il nostro obiettivo è rimanere in Europa League, perché siamo in fase di transizione e non è così semplice andare in Champions. A volte la vita non è giusta, ma almeno per ora questo è l’obiettivo: dobbiamo stare in Europa League. Poi, se otteniamo risultati migliori e riusciamo a qualificarci in Champions, tanto meglio”.
Non sono proclami irrazionali, piuttosto il magnate asiatico analizza con lucidità la situazione che non può prescindere dai problemi connessi al calcio italiano in generale:
“Quando sei al top come numero uno ti senti molto comodo e perdi competitività. Se guardate la Serie A degli anni passati aveva i migliori club del mondo, questi potevano spendere per i migliori giocatori che si univano così al campionato. Ma allo stesso tempo la base del club non era solida, non era forte. La situazione è che in questo momento dobbiamo migliorare insieme, non solo noi come Inter, ma tutti i club, l’intero campionato. Con l’arrivo della globalizzazione dobbiamo cambiare mentalità e visione: dobbiamo tornare a competere, tante cose devono cambiare, ma la cosa più importante è che gli appassionati della Serie A tornino ad avere fiducia, perché non sono soltanto in Italia, ma si trovano in tutto il mondo”.
Riguardando al proprio orticello, il primo passo verso il cambiamento ha faccia e nome di Roberto Mancini:
“Credo che adesso abbiamo più possibilità. Mancini ha un bel background con esperienze internazionali. Credo sia una grande allenatore, lo abbiamo preso per migliorare. Non sono il tipo di presidente felice di cambiare allenatore nel mezzo della stagione, ma alle volte bisogna prendere decisioni difficili. E’ stata una decisione presa da tutto il management, incluso Moratti. Gli obiettivi rimangono gli stessi, vale a dire la qualificazione in Europa”.
Ma oltre al futuro prossimo, Thohir guarda anche oltre e si coccola il proprio settore giovanile:
“Il nostro vivaio ha vinto 37 trofei, è uno dei migliori d’Europa, 45 giocatori usciti da lì giocano in A, in B in C o in Europa. Potremmo creare tre squadre, volendo. Merito del lavoro di Ausilio e Samaden, il responsabile del settore giovanile”.
A sentire il numero uno interista non c’è di che fasciarsi la testa, d’altra parte lo ha predicato sin dal suo arrivo nel capoluogo lombardo: programmazione, lavoro e pazienza. Ma nel calcio si sa, di pazienza se ne ha poca, soprattutto se ti chiami Inter.