I terzini sono in grado in infiammare all’inverosimile la passione del tifoso (da Maicon a Cafu, da Zambrotta a Maldini) ma basta un attimo e diventano i bersagli più facili delle critiche (Gresko, Ratzinger, Grygera e la lista potrebbe continuare a lungo): è che sulla fascia teoricamente si hanno meno responsabilità, per cui è facile rimanere nell’anonimato salvo uscirne da fuoriclasse nel caso si saltano gli avversari come birilli, si macinano i chilometri e si ripiega in difesa eccellentemente, ma al contempo basta una diagonale errata, tre cross di fila mandati in curva e lo sbeffeggio del Cuadrado di turno per guadagnarsi fischi e mugugni da ogni settore dello stadio. Jonathan Cicero Moreira, per gli amici solo Jonathan, rappresenta l’emblema della critica perenne, a prescindere, motivata ma fino a un certo punto, i tifosi dell’Inter da mesi ne invocano la cessione e ora che sta mettendo in fila delle partite sopra la sufficienza (gol in Coppa Italia contro la Roma, domenica assist del gol vittoria a Rocchi) non ha resistito alla tentazione di levarsi qualche sassolino dalle scarpe. Con umiltà, con determinazione, corroborato dai complimenti pubblici fattigli da mister Stramaccioni:

“Non so se sta nascendo qualcosa, io sono felice per questo momento che vivo. Però tutte le volte che ho giocato non ho fatto malissimo, ma al livello della squadra. A un certo punto, tutti se la sono presa con me. Jonathan deve andare via, Jonathan questo o quello. Se pioveva era colpa mia, se nevicava pure. Succede, io ho sempre avuto la testa a posto, ero concentrato. Io so che sono all’Inter perché ho la qualità di giocare qua, lo sanno i dirigenti che mi hanno acquistato. Spero di fare ancora bene, non voglio dire di essere il più forte del mondo, perché non lo sono. Sono diverso da Maicon, lui ha delle caratteristiche, io ne ho altre. Lui è lui, io sono io. Maicon è un grande campione, eravamo nello stesso club, lui è venuto in Europa e io sono andato in prima squadra. Io dico sempre che abbiamo caratteristiche diverse, lui 189 cm, io 171”.

La sfortuna di Jonathan forse è stata proprio questa: acquistato come erede di Maicon, aspettative disattese e prestazioni insufficienti; il prestito a Parma lo ha rilanciato ma fino a un certo punto, le occasioni avute quest’anno le ha sfruttate male, eppure con un po’ di fiducia in sé e da parte degli altri, può essere un giocatore recuperabile. Lui ha le idee chiare sul suo futuro e sulle sue qualità:

“Spero di avere più continuità e fare bene, io voglio restare all’Inter. Voglio sempre giocare, l’Inter è una squadra grande. Ne hanno dette di tutti i colori, ma se l’Inter mi ha comprato sa che potevo giocare qua. I direttori (Branca e Ausilio, ndr) sono bravi, cazzo. Io voglio restare, ho tanti amici qua, è un grande club. Io capro espiatorio insieme ai vari Alvarez, Silvestre e Schelotto? Io dico sempre che ci sono molte ingiustizie. Con me era troppo. Se la gente vedesse quello che fa Alvarez in allenamento, sono cose spettacolari. Manca la fiducia, la continuità di minuti, c’è bisogno di tranquillità, di un po’ di continuità e giocare felici”.

Jonathan vs tifosi interisti: pace fatta o tregua a tempo? Le prossime cinque partite potranno decidere il futuro di questa storia d’amore mai nata.

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ultimo aggiornamento: 22-04-2013