L’Uefa vuole vederci chiaro anche stavolta aprendo una procedura disciplinare nei confronti dell’Inter, per il ”comportamento razzista dei tifosi nerazzurri”, durante la partita contro il Tottenham di Europa league, disputata a Milano. Il caso sarà esaminato il prossimo 19 aprile. L’allenatore degli ‘Spurs’, il portoghese Andrè Villas Boas aveva chiesto l’intervento dell’Uefa per i cori sul centravanti togolese Emmanuel Adebayor.
In questa stagione il massimo organismo calcistico europeo ha già sanzionato la Lazio a gennaio una multa di 90 mila euro per quanto accaduto nella gara dell’Olimpico contro il Tottenham, poi, a fine febbraio, con l’obbligo di giocare a porte chiuse due gare interne per gli episodi per i saluti romani di poche decine di persone nella Curva Nord dello Stadio Olimpico. Nei giorni scorsi i media britannici hanno puntato il dito contro i tifosi interisti e alcuni tesserati della Premier League, tra cui Arsene Wenger, manager dell’Arsenal, e Brad Friedel, 41enne portiere del Tottenham, non hanno lesinato critiche allo scarso senso civico e di rispetto negli stadi italiani.
Secondo la Bbc il prossimo 19 aprile l’Inter dovrà rispondere anche di “organizzazione insuffiente” e “lancio di petardi”. L’Inter preferisce non commentare. La società nerazzurra si è sempre schierata a favore delle iniziative contro il razzismo. Nella vicenda di Busto Arsizio dove è stato coinvolto Boateng, il presidente interista si è schierato pubblicamente con il giocatore (“Ha fatto bene a lasciare il campo”).
E un mese fa circa, Moratti ha inviato un sms per confermare l’impegno contro il razzismo al fianco di Figc e Lega verso la proposta di Chiara Bisconti, assessore allo Sport del Comune di Milano. Come la Lazio, con Lotito da anni in prima linea per estirpare il tifo violento e razzista, o come Conte che ha invitato esplicitamente i tifosi a non fare cori razzisti. Ma evidentemente non basta e forse, oltre ad un lungo processo culturale, sull’esempio inglese servirebbero maggiori controlli per individuare i responsabili e per evitare che a pagare sia un’intera tifoseria.
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