È corsa contro il tempo per evitare che l’Italia perda l’appuntamento con gli Europei di calcio. Si tratterebbe di una pessima figura per il movimento calcistico nostrano, ma per tutta la nazione in generale. Roma è attualmente tra le città designate per ospitare alcune gare di Euro 2020, ma l’Uefa vuole giustamente garanzie, poiché ha stabilito nel 25% della capienza la presenza di pubblico. Nella capitale è attualmente calendarizzata la gara di inaugurazione, ma non solo, eppure il governo del calcio europeo non ha ancora avuto rassicurazioni. Insomma, i numeri della pandemia e i forti ritardi nella campagna vaccinale, rischiano di far perdere al Paese un treno che non passerà un’altra volta.
Euro 2020: Gravina scrive a Draghi
A tal proposito, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha scritto nel fine settimana al premier Mario Draghi. Nella missiva, il numero uno della Federcalcio chiede al presidente del Consiglio “di adoperarsi affinché l’Uefa possa confermare l’assegnazione dell’evento inaugurale e delle successive gare previste nel nostro Paese” per gli Europei. Il termine fissato dall’Uefa il 19 aprile: entro quella data si dovrà confermare che anche all’Olimpico potrà entrare il 25% del pubblico, altrimenti si procederà con l’assegnazione ad altra sede. Per convincere l’esecutivo, Gravina promette a Draghi “il rigoroso rispetto delle prescrizioni che il Governo vorrà imporci” per Euro 2020, “così come è stato per l’applicazione del protocollo sanitario” che consente lo svolgimento dei campionati nazionali.
Il CTS chiede tempo
La replica è arrivata indirettamente, ovvero attraverso le parole del professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico. “Verrà fatto ogni sforzo per consentire la disputa della gara inaugurale degli Europei a Roma e delle altre tre partite. Su questo non c’è alcun dubbio”, fa sapere ma al contempo chiede più tempo all’Uefa. “Come CTS, premesso che la scelta spetta alla politica, c’è massima disponibilità a valutare la presenza del pubblico, considerando anche gli spostamenti di tifosi e gruppi squadra. Sarebbe auspicabile – aggiunge Locatelli a Radio Anch’io Io Sport su Radio 1 – che UEFA lasci un po’ più di tempo, perché è difficile fare una previsione per un evento che si terrà tra due mesi”.
Eppure, se altri 8 Paesi hanno già dato la disponibilità è fin troppo evidente che una previsione l’abbiano già fatta. La verità è che purtroppo la situazione dei contagi in Italia è ancora seria, ma soprattutto c’è una campagna vaccinale che va a singhiozzo. Inoltre, checché ne dica Gravina, quest’anno in Italia abbiamo assistito ad un’applicazione tutt’altro che rigorosa del protocollo. Anzi, lo stesso è stato letteralmente stracciato alla bisogna dei club che hanno trovato appoggio sulle Asl locali. Insomma, il quadro non depone di certo a nostro favore, ma comunque sia è fondamentale scongiurare che Roma e l’Italia siano escluse dagli Europei. Sarebbe un’imperdonabile figuraccia.
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