Nell’avvio spumeggiante della Juve targata Allegri sta spiccando il rendimento di Angelo Ogbonna, un oggetto quanto meno controverso nella passata stagione nonostante il suo arrivo avesse fatto molto parlare. Antonio Conte puntava molto sul centrale difensivo di Cassino, classe ’88 di origini nigeriane, e non solo per l’esoso costo del suo cartellino: la Vecchia Signora aveva sganciato 13 milioni più 2 di bonus per strapparlo ai cugini del Torino, per altro il primo capitano granata a cambiare sponda in cento anni di storia di calcio cittadino.
Ebbene col tecnico salentino in panca, Ogbonna non aveva di certo brillato, pur risultando solo di poco sotto la sufficienza; si può dire che visto l’alto prezzo pagato per assicurarsi le sue prestazioni ci si aspettava di più, ma era anche vero che il trio difensivo titolare non aveva mai fatto cilecca per cui lo spazio per lui si era ridotto: eppure, spulciando tra i numeri, si nota come Conte la fiducia gliela avesse data (16 presenze in campionato di cui 14 da titolare, più altre nove con le coppe) ma lo stopper ciociaro non aveva mai eccelso per sicurezza.
Quattro cartellini gialli e anche un rosso, ininfluente nella vittoria casalinga contro il Napoli, alla fine aveva perso la Nazionale in vista dei Mondiali brasiliani, anche se dalle parti di Vinovo non hanno mai smesso di credere in lui: per giustificare l’investimento, questo sì, ma anche perché le sue doti non potevano essersi dissolte all’improvviso. Ci ha pensato Max Allegri a rinfondergli fiducia, complici anche i forfait di Barzagli e Caceres e l’iniziale squalifica di Chiellini; e la difesa immacolata bianconera ha trovato in Ogbonna un perno prezioso.
Cinque presenze in cinque partite in campionato, una sola ammonizione a Milano contro il Diavolo (l’unica partita in cui non era partito titolare sostituendo Caceres a gara in corsa), contro l’Atalanta è stato forse il più bravo del pacchetto arretrato meritandosi i microfoni nel post-partita. Pacato ma non banale, non si è potuto esimere dal rispondere a chi gli chiedeva come mai l’anno passato non si era potuto esprimere al meglio:
“E’ una stagione diversa, con zero gol subiti. L’anno scorso ho ricevuto troppe critiche, anche molto prevenute. Adesso sto giocando titolare e so che da me, come da tutti i miei compagni, ci si aspetta sempre il massimo. Certo, il nostro è stato un ottimo avvio di stagione. Con Allegri abbiamo scambiato due parole e devo ammettere che lui ci ha messo del suo. Mi ha spronato a migliorarmi. E io avevo tanta voglia di rivalsa”.
Nello specifico Ogbonna individua le differenze tra i due allenatori:
“Non è una questione psicologica. Semplicemente l’anno scorso, magari, ho subito un po’ la preparazione. Con Conte si lavora tantissimo e io, che ho una stazza fisica diversa, sentivo la stanchezza. Giocando meno, faticavo a entrare nei meccanismi. Ma la società ha sempre avuto fiducia in me e io ora la sto ripagando”.
A Madrid contro l’Atletico dovrebbe meritarsi ancora una maglia da titolare, poi arriva la Roma: probabilmente nel corso della stagione Barzagli e Caceres gli passeranno davanti, ma una squadra come la Juve ha il dovere di presentare cinque difensori affidabili, tutti in egual modo. E questo Ogbonna non pare essere secondo a nessuno: Conte, che comunque lo ha sempre stimato, potrebbe beneficiarne in vista Nazionale, per il gigante di Cassino è arrivato il momento di spiccare definitivamente il volo.
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