Massimiliano Allegri parte così come la società gli aveva chiesto e come i tifosi bianconeri in cuor loro si auguravano. Cioè con una vittoria che non segnasse troppo nel chiacchiericcio la rottura con le abitudini segnate dalla gestione Conte. E contro il Chievo, in un Bentegodi quasi totalmente bianconero, a rispondere presente sono soprattutto i tre osservati speciali del tecnico, che sovente non coincidono né con quelli della stampa (Vidal) né con quelli dei tifosi (Tevez e Pogba). Sotto questo particolare punto di vista si può dire che i tre man-of-the-match siano stati il diciottenne Kingsley Coman, perché l’esordio è sempre l’esordio e il resto lo potete leggere un po’ ovunque, Claudio Marchisio e Angelo Ogbonna.
Il centrocampista torinese è stato chiamato nel ruolo di Pirlo. Non una novità, lì davanti alla difesa. Ma per quel che chiede Allegri (quindi giocate geometriche, movimento veloce del pallone e filtro di “posizione”) una prestazione maiuscola. Senza la smania di dover per forza ricevere quella palla per dare il là alle giocate della squadra, ovvero quasi a ogni singola azione. Meglio lì che da guastatore, ora dubbi non ne ha quasi più nessuno. D’altronde da intermedio ha almeno due titolarissimi davanti. La sua forza? Non abbandonare mai la cosiddetta “mattonella”, quella che fa da punto di equilibrio, quella che al Milan era di van Bommel con meno muscoli e più destrezza nelle distribuzioni strette.
Passando invece al difensore, criticatissimo e ancora oggi l’acquisto italiano più caro dell’intera gestione Marotta, davvero non male perché finalmente in campo con la personalità che gli si ricordava ai tempi del Torino. Spinge, soprattutto appoggia bene la manovra con pochi rischi e in maniera molto propositiva. A onor del vero le giocate non sono molto diverse da quelle che gli venivano chieste da Conte, cioè colui che l’ha voluto fortemente alla Juve (ma Allegri lo chiese l’anno prima per il suo Milan).
Una prova dove si intuisce perché piaccia così tanto agli allenatori, almeno quando lo vedono a giocare in televisione. Forte, potenzialmente completo, pratico. Qualche sonnellino di troppo fa ancora agitare i detrattori, ma lavorarci su queste basi è un dovere. Per una volta meglio di Bonucci (ma attenzione: entrambi peggio di Caceres, il titolare logico di questa Juventus quando mancano Barzagli e/o Chiellini).
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