Analizzare la partita, onestamente, rappresenterebbe quasi un insulto all’intelligenza degli appassionati. La Juventus si è presentata alla sfida contro l’Atletico Madrid con una sola prerogativa: conquistare la qualificazione agli ottavi di Champions League. E così è stato. Certo, ambire al primato è stato lo slogan pre-partita, ma fondamentalmente i bianconeri hanno vissuto gli ultimi giorni con l’intenzione di cancellare il fallimento della passata stagione. Semplice, chiaro e lineare.
Massimiliano Allegri, disputando una seconda parte del girone di ritorno consona, è stato bravo a infondere tranquillità all’ambiente in un momento complesso. Perdere a Madrid e al Pireo, in virtù di oggettive problematiche caratteriali, avrebbe potuto pesare notevolmente. E, invece, il tecnico toscano ha evitato il grande incubo, quello che avrebbe letteralmente ucciso le ambizioni zebrate, colpo di depressione difficile da superare. C’è stato uno scatto mentale, sette punti nelle ultime tre sfide hanno regalato ai torinesi il passaggio del turno e, sebbene esistano ancora molteplici aspetti da perfezionare, la Juventus ha dimostrato di essere viva in Europa. Tra alti e bassi.
Indubbiamente, e sono i numeri a testimoniarlo, il cambio di modulo ha giovato; 4-3-1-2 e 4-3-2-1 sono assetti tattici maggiormente “europei“, netto miglioramento globale. Certo, a fare la differenza solitamente sono gli uomini, ma il mister livornese ha compreso diligentemente con quali tempistiche dover effettuare tale evoluzione, regalando nuovo entusiasmo all’ambiente e nuovi stimoli ai giocatori. I margini di miglioramento, a tal proposito, sono enormi. E, probabilmente, la mercato di riparazione potrebbe aiutare. Gli uomini di corso Galileo Ferraris sono vigili, monitorano oculatamente il mercato e, di conseguenza, immaginare nuove forze fresche a Vinovo in tempi rapidi non rasenta certamente l’utopia.
Fiducia, dunque, per il corso allegriano in Champions League. L’obiettivo minimo è stato raggiunto, ora spazio al sorteggio e alla fortuna, ingrediente fondamentale per cercare – pur mantenendo i piedi per terra – di pensare in grande. Le difficoltà certamente non mancano, i competitor sono di più che impegnativi, ma questa Juventus può guardare oltre il proprio orticello. Magari togliendosi qualche paura. Perché il braccino corto, pur considerando evidenti motivi di classifica, s’è intravisto anche contro l’Atletico Madrid.
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