La Juventus è Campione d’Italia.
I bianconeri hanno conquistato matematicamente lo scudetto vincendo per 1-0 in trasferta a Marassi contro la Sampdoria.
Allegri per Conte in panchina, ma la musica non cambia, ed è il quarto scudetto consecutivo, come ricorda la grafica del sito ufficiale della squadra torinese (che non manca di sottolineare anche il numero di scudetti “sul campo”: 33).
Non che ci fossero molti dubbi, ormai, era solo questione, appunto, di matematica: bastava un punto nelle ultime cinque partite (ammesso che la Lazio le vincesse tutte). Eppure, al momento dell’annuncio ufficiale delle formazioni, la sorpresa. Niente rotazione. Riposano giusto Pirlo e Morata, e quest’ultimo scende addirittura in campo per Llorente. Tevez dal primo minuto, formazione quasi ideale. E sconcerto generale, visto che martedì la Juventus dovrà affrontare un altro impegno importantissimo per questa sua stagione: la gara di andata della semifinale di Champions League contro il Real.
La situazione in classifica suggeriva, forse, qualche accortezza in più per risparmiare le forze in vista della partita. E invece niente. Contro una Sampdoria a caccia di punti per garantirsi un’avventura europea la prossima stagione, la Juventus scende in campo per vincere.
E lo fa di misura, con quell’1-0 che piace tanto a mr. Allegri (e che invece non piaceva affatto a Conte). Non segna il solito Tevez, questa volta tocca a Vidal. Il cileno, protagonista altalenante, sembra aver ritrovato lo smalto e la grinta degli anni passati. E il suo gol mette la parola fine alla questione-scudetto, alla 34° giornata (quelli dell’era Conte erano arrivati alla 37ª, alla 35ª e alla 36ª, ricorda Tuttosport). La classifica parla chiaro: 17 punti di vantaggio sulla seconda. Domani potrebbero diventar 14 se la Lazio dovesse vincere. Una superiorità schiacciante, quella bianconera, anche se in molti non ci credevano, che si potesse replicare. Lo spiega bene Bonucci:
«E’ impressionante la bellezza di questo scudetto. Siamo partiti in mezzo al caos, un addio che poteva far male e invece ci siamo messi con la testa giusta dal primo giorno a pedalare anche per aiutare il nuovo mister»
E in effetti, da un certo momento della stagione in avanti, soprattutto con il calo vistoso della Roma e con buona pace delle continue lamentele di Mr. Garcia, la sensazione è stata quella di una squadra che avesse in mano il proprio destino. Anche quando perdeva punti che sembravano regalati e non riusciva a chiudere pratiche che sembravano formalità. Chi non ha mai avuto dubbi è stato – almeno, adesso dice così, il nuovo allenatore:
«Noi credevamo da sempre allo Scudetto. Poi nel campionato possono capitare dei passaggi a vuoto, ma una squadra non può cambiare le proprie caratteristiche in base a pochi risultati».
Allegri, che in passato si era distinto per le sue feroci critiche alla Juventus (vi dice niente il gol di Muntari?) ringrazia tutti:
«Devo ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato, a partire dalla società fino allo staff e ai giocatori. Siamo contenti e felici, la cosa che mi fa più piacere è aver vinto l’ultima partita con una prestazione molto buona sotto l’aspetto tecnico».
E poi pensa al futuro. Quello di martedì:
«Possiamo ancora migliorare per giocarci anche le nostre possibilità europee»
Fra i tifosi non si dice, perché il Real è forte, si sa. E solo un anno fa sembrava di un altro pianeta. Ma l’appetito vien mangiando. E comunque vada, è la miglior stagione bianconera in Europa da dodici anni a questa parte. Senza dimenticare che c’è anche una finale di Coppa Italia da giocare.
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