Chissà se il computer, quando ha stilato il calendario di serie A, ha messo alla sesta giornata Juventus-Roma perché già sapeva come sarebbe andata; ovvero, le due sfidanti testa a testa, già lontane. Le altre ad arrancare dietro, sperando appunto in un passo falso di bianconeri a giallorossi. Solo lo scontro diretto poteva ridare pepe alla serie A, se non altro per il secondo posto. Perché solo lo scontro diretto fermerà una delle due duellanti o tutte e due, in caso di X.
Ok, è un po’ presto per parlare di scudetto come di una questione esclusivamente a due. Ma tant’è. Nel sabato di campionato, Juve e Roma hanno dato l’ennesima dimostrazione di forza. Di superiorità sulle altre. Entrambe hanno armi di tutti i tipi. Quando pensi di aver bloccato l’attacco atomico di Garcia, spunta Florenzi. Quando credi che Tevez giochi troppo indietro, si materializza due volte e due volte fa gol. Ma vediamo la Signora e la Maggica in un testa a testa a una settimana dal big-match.
JUVENTUS: I campioni d’Italia non hanno ancora subito gol. Chi sperava che il cambio in panchina significasse un inizio in salita, si è dovuto ricredere. Allegri ha cambiato poco o niente di un meccanismo che, se possibile, pare ancora più perfetto dell’ultimo triennio. L’Apache è vorace quanto mai e sopperisce, al momento, anche al digiuno di reti di Llorente. A centrocampo, Marchisio ha preso in tutto e per tutto i gradi di Pirlo.
Pogba ha iniziato da veterano, nonostante la giovane età e, anche in questo caso, un Vidal ancora in condizioni approssimative (ma già a quota due nella classifica marcatori) si è potuto giovare di un ricambio che non lo fa rimpiangere, Roberto Pereyra. La difesa rabberciata ha scoperto che Caceres e Ogbonna sono tutt’altro che comprimari. Vuoi vedere, insomma, che Conte ci ha preso? Che questa Juve è più forte della sua? Bisognerà vedere nel prosieguo, certo. Le prove per adesso sono a favore della Signora omicidi.
Infine, come non parlare di un Gigi Buffon in forma smagliante. Pare rimesso a nuovo. E ora si è messo anche a parare i rigori. La ritrovata serenità nella vita privata probabilmente gli allungherà la carriera. A 37 anni, è l’indiscusso leader pure nello spogliatoio. Di una squadra che quest’anno sa anche ragionare, nei momenti più complicati di una partita.
ROMA: Garcia ha tutte le intenzioni di partire come l’anno scorso. Ossia, a razzo. Il mercato estivo era stato più di un sospetto: questa Roma ha tutte le carte in regola per vincere lo scudetto. Tanti i ricambi, i giocatori d’esperienza. Si possono fare due squadre senza vedere la differenza. C’è un Totti che a 38 anni è titolare stabile. E’ rimasto Destro e Garcia ha avuto ragione perché è l’unico con determinate caratteristiche in squadra.
Gervinho ha già riacceso i motori, Iturbe stava cominciando a farlo quando è arrivato l’infortunio. Un attacco così ha pochi eguali in Italia (forse non ne ha). C’è poi Florenzi, l’uomo della provvidenza. Un po’ più indietro, Nainngolan fa legna mentre Pjanic delizia i tifosi con le sue punizioni decisive.
Si pensava che la difesa potesse soffrire la partenza di Benatia, ma Sabatini pare non sbagliare un colpo. Parte Marquinhos, parte appunto Benatia, arrivano i greci. Ed è tutto come prima. In porta, anche in questo caso, c’è una sicurezza come De Sanctis. Un sol gol subito fino a questo momento in campionato, uno in Champions. L’unica incognita che pesa sui giallorossi è il doppio impegno settimanale. Ma la rosa è talmente ampia e ricca che difficilmente la Lupa andrà in sofferenza.
Una differenza tra Juve e Roma? I bianconeri paiono un po’ più concreti, cinici a tratti. Sanno indossare la tuta da operaio, insomma. La Roma gioca come il suo allenatore, un pochino con il naso all’insù, alla francese. Le piace guardarsi e farsi ammirare. Quando in certi momenti sarebbe meglio sbattere il pallone in rete alla prima occasione. Finora entrambe sono state irrefrenabili. Domenica, allo Juventus Stadium, il primo faccia a faccia. Non decisivo, ma importante.
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