Sami Khedira senza peli sulla lingua dal ritiro della nazionale tedesca. Il centrocampista della Juventus è stato punzecchiato su uno degli argomenti del momento, il VAR, e lui non si è di certo tirato indietro dando la sua versione “da dentro”. In Germania la sperimentazione della moviola in campo potrebbe finire con netto anticipo: si parla di sospensione al termine del girone di andata dopo che il responssabile del VAR è stato allontanato perché avrebbe favorito la sua squadra del cuore, lo Schalke 04.
In Italia, si vuole far pensare che stia andando tutto a gonfie vele, ma in realtà il VAR sta creando non pochi scompensi: effettivamente corregge qualche errore, ma viene ancora utilizzata in maniera non omogenea, con una disparità di trattamento per gli stessi episodi in gare diverse che hanno sollevato notevoli polemiche.
“Il VAR? E’ una buona cosa – risponde Khedira – , ma non lo è il modo in cui viene utilizzato, va regolamentato meglio. In Germania la sua applicazione è stata disastrosa. Ho la sensazione che gli arbitri siano confusi e condizionati anche in Italia. Mi sembra un gran casino. I giocatori non sanno se esultare o no e a farne le spese è la passione”.
Fin qui si è visto di tutto, falli di mano solari visti al primo replay televisivo stranamente sfuggiti all’occhio elettronico. C’è un bel po’ di confusione, anche perché la sperimentazione avviene domenica dopo domenica e sulla “pelle” degli stessi giocatori, che uno stesso episodio possono vederlo giudicato in modi diversi da una settimana all’altra.
“A volte gli arbitri non sanno se fischiare o meno, non sanno se arriverà l’aiuto del video, a volte non interviene neanche in caso di rigore. Quando si ferma una partita per tre minuti – continua Khedira – noi giocatori restiamo lì senza fare niente, a chiederci come gestire queste situazioni. Tutto questo uccide il calcio”.
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