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La coerenza della giustizia sportiva in Italia: bambini multati a Torino, ultras perdonati a Roma e Catania

Dopo poco più di un terzo di campionato i numeri sembrerebbero parlare chiaro: i tifosi italiani stanno diventando sempre più indisciplinati. Le venti squadre di Serie A hanno fino ad ora accumulato quasi un milione di euro in sanzioni considerando tutte le motivazioni, dalla discriminazione all’uso di materiale pirotecnico, fino ad arrivare al vandalismo, più di quanto avevano dovuto pagare sommando le prime 14 giornate degli ultimi tre campionati. Il dato più preoccupante (messo in evidenza da queste statistica curata dall’utente di Twitter @Mau_Romeo) riguarda quello delle multe comminate per vandalismo (414.000 euro contro i 112.000 di un anno fa e addirittura i 35.000 del 2011/2012), mentre stupisce meno quello relativo alla discriminazione visto l’inasprimento delle sanzioni che si è avuto con l’entrata in vigore delle nuove regole, compresa la tanto chiacchierata “discriminazione territoriale”.

Insomma il problemi del calcio italiano sono sotto gli occhi di tutti, sarebbe inutile oltre che poco producente negarli. Domenica Bergamo è stata trasformata in un campo di battaglia con scontri prima e dopo la partita tra Atalanta e Roma, un paio di settimane fa quattro tifosi della Juventus erano stati feriti allo Juventus Stadium colpiti da oggetti lanciati dal settore ospiti occupato dai tifosi del Napoli, nella stessa sera in cui i cori degli juventini avevano portato all chiusura per due giornate delle curve. Ma sarebbe ingiusto addossare tutta la colpa ai tifosi, agli ultras, perché sarebbe come ignorare i veri problemi che affliggono questo mondo. C’è inadeguatezza a tutti i livelli, si parla spesso degli stadi fatiscenti, ma questo aggettivo forse sarebbe adatto anche alle istituzioni, alla Lega e a tutto l’organismo che regola la Giustizia Sportiva.

La notizia del giorno è quella che riguarda i tifosi (giovanissimi…) della Juventus che con i loro cori ingiuriosi nei confronti di Brkic hanno portato ad una multa di 5000 euro per la società bianconera. Il coro in questione lo conosciamo tutti, chiunque abbia frequentato lo stadio anche una sola volta si è ritrovato a farlo e non credo che nell’ultimo week end sia stato sentito solo dalle parti di Torino. Nonostante ciò il buon Tosel ha pensato bene di stigmatizzare il comportamento di questi “ultras in erba”, insomma la multa come strumento pedagogico per riportare i giovanissimi sulla retta via, raddrizzarli prima che sia troppo tardi.

Sembra invece che la speranza di raddrizzare gli adulti il già citato Tosel l’abbia persa da un po’ se è vero, e lo è, che è passato sopra ad altri comportamenti ugualmente censurabili, almeno secondo il severo metro di misura adottato quest’anno. A Catania è tornato in auge il vecchio coro dedicato a Mario Balotelli, quello che insomma invita a saltellare per propiziare un destino avverso al centravanti, e come se non bastasse quando il rossonero ha lasciato il campo dalle tribune è piovuto anche qualche ululato. Tosel non deve aver ricevuto nessun dossier dalla Sicilia. Ci spostiamo nella capitale, ieri sera a Roma il Napoli era atteso dalla Lazio di Petkovic. Quando i giocatori partenopei sono scesi in campo per il riscaldamento dalla Curva Nord, altrimenti silenziosa per tutto il resto della serata a causa della protesta per i fatti di Varsavia, è partito il solito invito al ritorno all’attività del Vesuvio. Il coro è stato coperto dalla musica che è stata prontamente aumentata di volume dal solerte speaker. Multe per la Lazio? Tosel non ha ricevuto segnalazioni o non ha sentito l’esigenza di intervenire nemmeno in questo caso.

Ora, cercando di mettere per un attimo da parte il tifo, le simpatie e i campanili, è normale che un coro fatto da bambini under 13 sia più meritevole di sanzioni rispetto agli altri episodi, che sembrerebbero più gravi, accaduti a Catania e a Roma? Penso che sia abbastanza ragionevole poter dire che qualcosa che non quadra c’è e non si sta parlando di complotti mirati a colpire la Juventus piuttosto che qualcun altro, sarebbe forse meno preoccupante. Invece le decisioni prese via via nel corso di questa prima parte di stagione sembrano stabilite in base al peso mediatico che hanno, questo sarebbe più grave, quasi come a voler scatenare un rumore di fondo fatto (articoli sui giornali, disquisizioni da parte di illuminati commentatori nei salotti tv e tam tam sui social network) capace di coprire le carenze e la pochezza del sistema calcio italiano che sta attraversando il periodo più nero della sua secolare storia. Anche la colpa di questa depressione infinita è dei tifosi o degli stadi fatiscenti? Una risposta sincera a questa domanda sarebbe già un buon punto di partenza.

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