Oggi l’Inter ha voluto replicare alla conferenza stampa di ieri indetta da Beppe Marotta per sfogare la rabbia causata dal repentino ripensamento dei milanesi sullo scambio Vucinic-Guarin. A rispondere all’amministratore delegato bianconero ci ha pensato il Presidente Erik Thohir in persona, attraverso un comunicato pubblicato sul sito ufficiale dell’Inter. Marotta aveva tirato in ballo proprio il fresco proprietario, accusandolo di non essersi dimostrato affidabile in una trattativa di mercato promossa dalla sua stessa società. Queste le parole del magnate indonesiano:
‘Nel corso della sua lunga e gloriosa storia, l’Inter si è sempre distinta per integrità e lealtà, questa è la nostra missione: sostenere e continuare tale tradizione.
Durante il mese di gennaio, l’Inter ha preso parte a numerosi confronti privati volti a rafforzare il nostro Club dentro e fuori dal campo. Queste discussioni che si svolgono in ambito professionale dovrebbero rimanere private, fare dei commenti pubblici prima che le trattative siano concluse ne danneggia l’andamento.
In ogni cosa che faccio credo ci siano dei principi fondamentali per il successo come lavorare duramente, essere onesti e affidabili.
Mi sono impegnato a rispettare questi principi all’Inter e a spronare il Club a raggiungere i più alti livelli.
Come presidente dell’Inter il mio ruolo è valutare il rendimento del nostro personale e lanciare una sfida per eccellere, a me stesso e a tutto il nostro Club – al management, ai giocatori e allo staff. Non posso permettere a nessuno al di fuori della nostra Società di criticare pubblicamente le nostre dinamiche interne, difenderò l’Inter e ciò che rappresentiamo con ogni mezzo a mia disposizione.
All’Inter abbiamo sempre agito responsabilmente e in buona fede, continueremo a prendere decisioni che siano nell’assoluto interesse del Club sia ora, sia in futuro’.
Parole in libertà da parte di Thohir, che oltre a fare genericamente riferimento all’integrità e lealtà “dimostrata da sempre da parte del suo club“, non ha risposto alla precise obiezioni di Marotta. Suscita particolare perplessità il passaggio nel quale Thohir dice che le “discussioni che si svolgono in ambito professionale dovrebbero rimanere private, fare dei commenti pubblici prima che le trattative siano concluse ne danneggia l’andamento“. A cosa si riferisce? E’ un commento alla conferenza stampa di Marotta, organizzata comunque dopo il comunicato dell’Inter che annunciava lo ‘stop’ alle contrattazioni, oppure si riferisce a qualcos’altro?
Visto che sarebbe assurdo pensare che il riferimento sia alle parole di Marotta nella conferenza stampa ieri, nella quale lo juventino ha raccontato i dettagli di questa operazione mai andata in porto e comunque già stoppata dalla stessa Inter, viene da pensare che Thohir abbia voluto lanciare un’accusa sibillina, sostenendo che la trattativa sarebbe saltata a causa di una fuga di notizie volta ad accelerare l’operazione, evidentemente imputabile solo alla Juventus. Più che un chiarimento quello di Thohir sembra un maldestro tentativo di confondere le acque, pur di non riconoscere di aver deciso di rinunciare ad una trattativa solo ed esclusivamente a causa dell’indignazione della tifoseria.
E’ stata l’Inter a cercare Vucinic e poi ad accettare di mettere Guarin sul piatto della bilancia. Thohir, invece, ha cercato di lasciar ad intendere che è stata la Juventus ad avere fretta, forzando per trovare un accordo ancora molto lontano. Ma allora, se questo accordo verbale di cui parla Marotta realmente non esisteva, per quale motivo Vucinic era a Milano per le visite mediche, oltretutto sostenute, e Guarin era presente in prima persona nel luogo della trattativa?
Marotta ha detto chiaramente di voler cedere Vucinic solo in cambio di denaro (che l’Inter non ha) o del cartellino di Guarin; quale può essere stato il fraintendimento?
Non si è mai visto nella storia del calciomercato che una società chieda di fare le visite mediche ad un giocatore prima ancora di aver capito se ci sono i margini per trovare un accordo. Ancora più singolari le sue parole dal momento che l’Inter aveva perfino chiesto a Vucinic di partecipare all’allenamento di mercoledì scorso alla Pinetina, solo poche ore prima del definitivo dietrofront.
Insomma, Thohir ha cercato di cavarsela in qualche modo spostando l’attenzione da quanto è realmente accaduto, ma francamente non sembra esserci riuscito. Non ha smentito la versione di Marotta, che ha parlato anche di un SMS che dava il via libera inviato dallo stesso Thohir ad Agnelli e, soprattutto, non ha detto la più grande delle verità, ovvero che l’affare è diventato infattibile solo dopo la sollevazione dei tifosi nerazzurri, perché altrimenti sarebbe stato banalmente messo nero su bianco e poi ufficializzato.
Evidentemente non è facile dirigere una società in difficoltà quando ci si trova a 12mila chilometri di distanza. In modo particolare quando la dirigenza è rimasta la stessa del vecchio proprietario, che da qualche anno (praticamente dall’addio di Mourinho) non imbrocca più una scelta giusta. Sono queste le persone con le quali pensa di confrontarsi per pianificare il futuro? Qual è il progetto di Thohir? Cosa vuole farne realmente dell’Inter? Ma, soprattutto, come si fa a comprare una società (in qualsiasi campo) senza avere già pronta una squadra dirigenziale della quale si conoscono capacità e filosofia?
La rabbia dei tifosi passa dopo 5 minuti se l’operazione che si conclude poi si rivela giusta. Nel calcio bisogna anche azzardare, chiaramente facendolo al momento giusto, sperando anche in un pizzico di fortuna. In questo momento l’Inter fa venire in mente un signore tutto sudato, goffo e pieno di tic seduto al tavolo da gioco, che proprio non riesce a controllare le emozioni; il classico giocatore di poker inesperto, che sta finendo le fiches da giocarsi ed ora ha troppa paura di fare una puntata sulla mano sbagliata.
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