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L’analisi tattica di Italia-Costa Rica: ecco perché abbiamo perso

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Veramente pessima la partita giocata dagli azzurri contro la Costa Rica. L’Italia di Prandelli ha perso su tutta la linea contro i centroamericani, generosi ‘peones’ del calcio e nulla di più. Per passare il turno sarà necessario non perdere con l’Uruguay del redivivo Luis Suarez, giocatore straordinario e grandissimo trascinatore, capace di segnare una doppietta contro l’Inghilterra al rientro dal lungo infortunio.

La sconfitta di oggi è frutto prevalentemente delle scelte dell’allenatore. Di tutte le scelte; uomini e, soprattutto, modulo. Questa Italia non può contare su dei fuoriclasse, con l’unica scontata eccezione di Andrea Pirlo. Per il resto ci sono dei buoni giocatori, con diversi difetti. Qualcuno ha pecche caratteriali, mentre altri probabilmente non l’avrebbero mai indossata la maglia della nazionale solo pochi anni fa, quando l’Italia sembrava essere una fucina inesauribile di talenti.

Almeno 15-16 giocatori possono vestire questa maglia in modo dignitoso, pur non essendo al livello dei loro predecessori. Grazie ad un buon mix di furbizia e fortuna (che non guasta mai) ci sarebbero i margini per ottenere dei buoni risultati, ma la fortuna, appunto, bisogna cercarsela. Gli azzurri sono stati enormemente fortunati contro la raffazzonata Inghilterra di Hodgson, che comunque ha collezionato ottime occasioni una volta passata in svantaggio non riuscendo per un pelo ad arrivare al gol del pari.

Partiamo ad analizzare la situazione.

Il modulo di Prandelli

Qualcuno ha capito realmente come ha giocato l’Italia contro la Costa Rica? Teoricamente sarebbe dovuto essere un 4-1-4-1 o un 4-3-2-1, ma nella pratica non è stato così. In tantissime occasioni, specialmente in fase di non possesso palla, De Rossi è sceso sulla linea dei difensori per dare il via all’azione, allineandosi con Barzagli e Chiellini. Contestualmente i terzini scattavano nel vuoto, quasi a cercare di nascondersi dietro la linea dei centrocampisti avversari. A De Rossi non restavano che due alternative: appoggio corto per Pirlo, che a sua volta aveva sempre le linee di passaggio in avanti intasate, oppure affidarsi al lancio lungo.

Oltretutto Pirlo è stato spesso costretto a spostarsi a destra ed a sinistra per ricevere il pallone, non avendo ai suoi lati il supporto necessario di Marchisio e Candreva, anch’essi molto avanzati. Consegnare a Pirlo il pallino del gioco è la scelta giusta, ma non si può pensare che in ogni azione il nostro numero 21 possa: ricevere la palla spalle alla porta, fare un dribbling e verticalizzare perfettamente. Pirlo va messo nelle condizioni di fare la differenza, altrimenti gli si dà solo una patata bollente tra le mani pregando che gli riesca l’incredibile.

In fase di non possesso palla, invece, la linea difensiva italiana presentava quattro uomini molto stretti ed accentrati. Marchisio e Candreva non hanno mai seguito il terzino avversario, lasciando praterie sulla fascia. Il gol della Costa Rica è stato emblematico in tal senso; Diaz ha avuto tutto il tempo per crossare al centro verso Ruiz, che ha beneficiato di un momento di distrazione di Chiellini (non certo l’unico della sua serata), per colpire di testa e battere Buffon.

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La copertura (per modo di dire) di Marchisio, è arrivata quando Ruiz aveva già controllato il pallone, alzato la testa per dare uno sguardo al centro e preso la mira per crossare sul secondo palo. Nel calcio gli errori si commettono, per carità, ma questo è proprio frutto di una precisa scelta di Prandelli.

Marchisio e Candreva, seppur con caratteristiche differenti, sono entrambi valide mezzali, costretti in questa nazionale a giocare in un ruolo ibrido, un mix tra rifinitore ed esterno di centrocampo, due posizioni del campo che non si addicono molto alle loro caratteristiche fisiche e tattiche.

Il problema nel caso di questa Italia sta proprio a monte. Perché Prandelli ha scelto questo modulo? Per esaltare le caratteristiche di quali giocatori?

La difesa a 3 è l’unica soluzione

Bisogna partire da quello che si ha, non da quello che si vorrebbe avere. Prandelli ama i terzini capaci di spingere creando superiorità numerica negli ultimi 30 metri, ma non li ha a disposizione. E’ inutile girarci intorno, è semplicemente assurdo insistere con la difesa a 4 quando non si ha neanche un terzino sinistro di ruolo in rosa. All’Europeo di due anni fa c’era Balzaretti, ma adesso non c’è nessuno, ancora di più a causa dell’assenza per infortunio di De Sciglio, che comunque non è un terzino sinistro ed in questo ruolo si può al massimo adattare per esigenza.

Non è un mancino neanche Darmian, fenomenale a tratti contro l’Inghilterra sull’altra fascia. Spostarlo a sinistra per inserire il pessimo Abate, visto oggi, è stato un delitto. L’unica soluzione possibile è la più semplice in assoluto; giocare con la difesa a tre. Barzagli, Bonucci e Chiellini giocano insieme da tre anni, sempre con lo stesso modulo, e sono sempre stati il vero punto di forza della Juventus di Conte tre volte campione d’Italia.

Per la corsia di destra di centrocampo va benissimo Darmian, mentre a sinistra resterebbe il problema. Si potrebbe far giocare in quella posizione un giocatore più offensivo come Candreva, almeno ambidestro e dotato di un buono spunto in velocità. Nelle posizioni centrali di centrocampo c’è invece un buon margine di scelta, così come in attacco.

Balotelli troppo solo

Un Balotelli ispirato potrebbe diventare la vera arma in più di questa Italia, ma con questo modulo è sempre troppo isolato, spesso costretto a fare a sportellate sui palloni alti contro tutta la difesa avversaria schierata. Nel secondo tempo l’attaccante del Milan è scomparso dal campo e per una buona mezzora non è riuscito a toccare neanche un pallone.

Secondo tempo disastroso

Sul secondo tempo della partita di oggi sarebbe meglio stendere un velo pietoso. Prandelli, sotto nel punteggio, ha iniziato ad inserire attaccanti e giocatori offensivi, distruggendo quel poco di buono che c’era nell’Italia del primo tempo. Insigne e Cassano, a loro volta fuori ruolo, sono stati imbarazzanti; hanno sbagliato praticamente tutto quello che hanno toccato, sia in fase di disimpegno che in quella propositiva. Alla fine l’Italia si è anche esposta al rischio di subire il gol del 2-0, che avrebbe costretto gli azzurri a vincere contro l’Uruguay per passare il turno.



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