Procedono incessantemente i lavori al San Paolo, decine di operai si muovo infaticabilmente nell’impianto di Fuorigrotta, sette giorni su sette, pur di riuscire ad accontentare la Uefa e la Lega Serie A. Il 30 giugno scade il certificato di agibilità rilasciato dal Comune, al contrario degli altri anni però non è arrivato quello nuovo come al solito, con il risultato che De Laurentiis per il momento ha dovuto indicare il Barbera di Palermo come sede degli incontri casalinghi del Napoli. Ma il problema, come è noto, non riguarda solo il campionato ma anche la Champions League.
La scadenza definitiva è fissata per il prossimo 10 luglio, entro quella data il club dovrà indicare il nome dello stadio che intende utilizzare, se quel certificato non dovesse essere pronto allora il rischio di vedere la squadra di Benitez lontana dal proprio pubblico diventa concreto. Se pensiamo a quanto è successo al Cagliari è facile immaginare che anche in questo caso non saranno concessi sconti, senza agibilità il San Paolo non apre. C’è sempre la possibilità che da Palazzo San Giacomo arrivi una deroga o ancora meglio una proroga del vecchio certificato, ma è meglio non farsi illusioni, anche perché a rischio c’è anche l’Europa.
La Uefa ha da tempo richiesto una serie di interventi per adeguare l’impianto napoletano agli standard, seppur minimi, europei e allo svolgimento di questi è vincolato anche il futuro della squadra in Champions League. Da questo punto di vista le cose vanno meglio, i lavori, questi sì al contrario della burocrazia, procedono in maniera spedita. In queste settimane sono state rimosse le numerose infiltrazioni d’acqua, risistemati molti intonaci, rifatti i bagni della curva A. Interventi hanno riguardato anche i varchi di ingresso e la tribuna stampa, fino ad arrivare ai posti a sedere con una numerazione nuova di zecca.
Lo stadio non cambierà faccia, molti problemi rimarranno, ma almeno si riuscirà a tamponare l’emergenza e i tifosi potranno seguire la loro squadra nella prossima stagione che vedrà impegnati gli azzurri in campionato e in Champions League. Senza considerare che se il Napoli dovesse essere costretto a lasciare il capoluogo le perdite sarebbero enormi anche per tutte le attività che ruotano intorno allo storico impianto di Fuorigrotta. Insomma all’ombra del Vesuvio di incrociano le dita mentre si è costretti a stare con il fiato sospeso, anche se il sindaco De Magistris proprio ieri ha tranquillizzato tutti: “Ci sono percorsi giuridici, amministrativi, finanziari, e inoltre dobbiamo vedere quanti soldi saranno messi sulla bilancia. È un discorso complesso, ma sono certo che raggiungeremo l’obiettivo. Il Napoli giocherà a Napoli”. Speriamo.
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