“La Lazio comunica che, in occasione della gara di Europa League contro l’Apollon Limassol, in programma il 7 novembre alle ore 21.05 allo stadio Olimpico di Roma, resterà chiuso il solo settore della Curva Nord“, questo il comunicato stampa della società del presidente Lotito. Il club capitolino è riuscito a convincere l’Uefa (fatto più unico che raro vista l’intransigenza dell’organo europeo in queste situazioni) e contro l’Apollon Limassol, in Europa League, potrà contare sull’apporto del proprio pubblico. Parzialmente, però, perché la curva Nord resterà chiusa. Lo stadio dei biancocelesti fu squalificato all’indomani del pareggio esterno contro il Trabzonspor, per i fatti Lazio – Legia Varsavia.
Si contestavano ai tifosi biancocelesti della curva cori razzisti nei confronti degli ebrei, uno striscione offensivo (“Uefa = Mafia”) e alcuni petardi non autorizzati, oltre al ritardo del calcio di inizio della partita. I cori offensivi vennero rimarcati da alcuni esponenti del FARE presenti all’Olimpico (Football Against the Racism in Europe), l’organizzazione delegata dall’Uefa per monitorare gli episodi di intolleranza negli stadi, durante le partite di coppa.
Il FARE (a breve pubblicheremo un pezzo sulle “stranezze” di questa associazione piuttosto chiusa in sé stessa e poco incline al dialogo) si è già distinto per alcuni discutibili strafalcioni, come la segnalazione dello striscione “Via Filadelfia n.88” esposto dai tifosi della Juventus, credendo che con tale numero i sostenitori bianconeri volessero omaggiare la simbologia nazista. In realtà Via Filadelfia 88 è un indirizzo di una strada torinese, abituale luogo di ritrovo di alcuni tifosi juventini…
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